Golpe “Gulenista” in Turchia?


Golpe “Gulenista” in Turchia?

36642 (1)Erdogan ha puntato il dito contro la rete ‘gulenista’, ovvero del predicatore Fethullah Gülen, come responsabile del golpe. Muhammed Fethullah Gülen è un predicatore turco, ex imam. Egli è anche considerato il fondatore del movimento Gülen. Dall’inizio del 2000 Gulen è stato un alleato del Presidente turco Recep Erdogan, tuttavia l’alleanza è stata distrutta nel 2013 dopo presunte indagini sulla corruzione in Turchia. Da queste indagini Erdogan ne è uscito colpevole, e quest’ultimo ha accusato Gülen per essere dietro le indagini.
Attualmente è nella lista dei ricercati per terrorismo, proprio per aver creato un’organizzazione: la Gulenist Terror Organisation.
Il movimento, in profondo contrasto con la politica di Erdogan, si fonda su diversi punti. In primis, il valore della laicità, poiché secondo Gülen un approccio laico non è “anti-religioso”, anzi la concezione della libertà di credo è compatibile con l’Islam.
Inoltre, Gülen ha sostenuto l’ adesione della Turchia all’Unione europea e ha detto che né la Turchia né l’UE hanno nulla da temere, ma hanno molto da guadagnare, poiché un paese laico e democratico con intralcia i valori europei.
Il progressismo del movimento si nota anche dalla concezione della donna, le quali rappresentano un perno fondamentale per la società, letta in chiave islamica.
Gülen ha condannato anche il terrorismo, in ogni sua forma. Ha scritto infatti un articolo di denuncia del Washington Post il 12 settembre del 2001, un giorno dopo gli attacchi dell’11 settembre, e ha dichiarato che un musulmano non può essere un terrorista, né un terrorista essere un vero musulmano. Secondo il movimento gulenista infatti la violenza civile, perpretata anche dal governo di Erdogan, è anche una forma di terrorismo. Questo è il motivo per cui egli ha criticato il coinvolgimento turco nella rivoluzione siriana. Pur rifiutando la volontà del governo turco di rovesciare il governo siriano del presidente al-Assad, Gülen sostiene l’intervento militare contro l’ISIS per due motivi fondamentali: non sono dei veri islamici e sono terroristi.
Indipendentemente dalle ipocrisie politiche, o dai giochi di potere dell’UE e della NATO, una “dottrina” progressista farebbe comodo alle due organizzazioni, le quali hanno fatto accordi a denti stretti. Da un lato, l’UE ha ceduto 6 miliardi di euro al precedente governo turco; dall’altro, per questioni geopolitiche, la NATO ha chiuso gli occhi sulle politiche repressioniste.
Un cambiamento delle scenario internazionale è auspicabile, soprattutto per gli equilibri della sicurezza. Una Russia “meno offensiva” con un paese NATO, e un probabile futuro membro UE potrebbe creare un’area meno tesa.

Maria Elena Argano

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