Consiglio Nato – Russia 20 aprile 2016: presupposti per un accordo
Dopo un periodo di apparente distensione, l’occupazione russa della Crimea nel 2014 ha inasprito i rapporti con la NATO, la quale aveva deciso di sospendere ogni cooperazione pratica con la Russia nell’aprile dello stesso anno in risposta alle azioni aggressive della Russia in Ucraina. Tuttavia la NATO ha continuato a mantenere un dialogo politico con la Russia al fine di monitorare l’evoluzione della crisi in Crimea. Infatti, due importanti riunioni si sono tenute per tenere sotto controllo la questione.
La prima è stata fatta il 14 marzo 2014, durante la quale l’ex Segretario Generale della NATO, il danese Anders Fogh Rasmussen, aveva affermato che intendeva continuare a seguire gli sviluppi in Ucraina con grande preoccupazione. Il cosiddetto referendum di Crimea, previsto per il 16 marzo sarebbe stato interpretato dalla NATO come una diretta violazione della costituzione ucraina e del diritto internazionale: dunque nessun effetto legittimo e legale, almeno per i paesi dell’Alleanza. Infatti durante la riunione dei 50 membri del Partenariato per la Pace nel Consiglio di partenariato euro-atlantico, molti partners si sono associati alle preoccupazioni della NATO. L’esortazione, in quel giorno, si fondava sulla speranza di una reazione responsabile da parte della Russia, fondata sul rispetto dei suoi obblighi secondo il diritto internazionale e rispettare i principi del Consiglio NATO-Russia e del Partenariato per la Pace. Tuttavia, giorni dopo il Cremlino attuò la sua politica offensiva inviando l’esercito al confine della Crimea.
La seconda riunione si è svolta l’11 marzo 2015, durante la quale anche il nuovo (e attuale) Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha ripreso la questione. L’incontro, durante il quale h partecipato anche l’ambasciatore russo presso la NATO, è avvenuto quasi un anno dopo l’annessione illegale e illegittima della Crimea da parte della Russia, che gli alleati della NATO non riconoscono. Durante il Consiglio di Partenariato Euro-Atlantico (EAPC) le nazioni hanno espresso profonda preoccupazione per il conflitto in corso in Ucraina orientale, sollecitando la Russia di ritirare le sue forze e il suo sostegno ai separatisti. Tutti i membri della EAPC avevano concordato sul fatto che la piena attuazione dell’accordo di Minsk fosse l’unica strada per una soluzione duratura e pacifica. Tuttavia, il Segretario Generale Stoltenberg aveva sottolineato che il cessate il fuoco sancito dall’accordo era fragile e le violazioni continuavano a perpretarsi. Egli aveva sottolineato che tutte le parti avrebbero dovuto attuare pienamente l’accordo di Minsk in buona fede, compresa la Russia, il cui sostegno per i separatisti alimentava ulteriormente il conflitto. Come primo passo, la NATO aveva esortato il ritiro delle armi pesanti dalla linea di contatto in modo trasparente e verificabile, e con pieno accesso agli osservatori dell’OSCE. Inoltre, in quella occasione, Stoltenberg aveva confermato che la stabilità di tutta la regione euro-atlantica era stata indebolita a causa delle politiche russe, che avevano messo in dubbio i valori della sovranità nazionale. Il risultato di questa riunione ha portato alla stesura di un documento di impegno da parte di tutte le parti. Tuttavia, un anno dopo, la situazione non è ancora radicalmente cambiata.
Inoltre, nuove sfide internazionali si sono sovrapposte alla questione russo-ucraina, in particolare l’incremento della guerra indiretta sul fronte siriano. Infatti, il sostegno politico della NATO alla Coalizione americana anti-ISIL, e la condanna degli interventi russi a favore di Bashar al-Assad, hanno inasprito i rapporti tra NATO e Russia. Il 7 aprile 2016, in un lungo discorso al Consiglio Atlantico, a Washington, il Segretario generale della NATO Stoltenberg ha fatto il punto sul ruolo dell’Alleanza nelle diverse dinamiche globali: un terzo incontro con la Russia è necessario. Le questioni all’ordine del giorno per il prossimo incontro programmato per il 20 aprile saranno centrate sulla crisi in Crimea, l’Afghanistan e le minacce regionali. Dalle dichiarazioni disponibili traspare un chiaro messaggio di Stoltenberg “la NATO non vuole una nuova guerra fredda”.
Maria Elena Argano