Il 21 aprile lo Sri Lanka è stato protagonista di un vero e proprio massacro, che ancora a distanza di 48 ore continua a recidere vittime. L’ ultimo bilancio effettuato riportato questa mattina dal quotidiano La Repubblica risulta essere di 321 morti e più di 500 feriti.
Questo potrebbe non essere definitivo nonostante i numeri elevati, intanto comunque martedì 23 aprile sono procedute le prime onoranze funebri di massa delle vittime a Negombo.(Repubblica 2019).
Tali attentati sono stati una vendetta per il recente massacro in due mosqee di Christchurch (Nuova Zelanda), secondo i primi risultati dell’inchiesta aperta a riguardo, secondo quanto dichiarato dal Ministro della difesa srilanchese. Il Governo attribuisce la causa degli attentati a due gruppi islamici radicali del paese, National Thawheed Jamaat e Jammiyathul MillathuIbrahim, i quali avrebbero agito appoggiati da un’organizzazione terrorista straniera(El Pais 2019).
L’impatto che ha avuto a livello internazionale tale strage è stato notevole ed è ipotizzabile che lo Sri Lanka, paese dove l’attività turistica è in via di sviluppo, avrà ulteriori ripercussioni economiche.
Il paese sfortunatamente, inoltre, rivive i momenti tragici legati alla guerra civile terminata 10 anni fa e teme una possibile ripresa di questo conflitto.
Questa guerra civile è iniziata nel 1975 con la nascita del movimento delle “Tigri di liberazione di Eelam tamoul” che trae le sue origini dalla politica centrata sulla discriminazione del governo contro i Tamoul a favore dei Singalesi. Tale conflitto armato ha causato la morte di almeno cento mila persone, terminando nel 2009 con la scomparsa del suo leader Velupillai Prabhakaran.
L’ONU nel 2013 ha aperto un’inchiesta per fare luce su quanto è avvenuto e chiarezza in merito alle possibili responsabilità dello Stato e dell’esercito. Il Governo Srilankese, insieme a Cina e Russia, ha discusso in merito all’ inchiesta, sostenendo la propria posizione parlando di possibili complotti ed interferenze, ed ha avviato eventuali attività volte alla distruzione graduale delle possibili prove(Gouverneur 2014b).
Al momento l’obiettivo del governo è trovare una risposta immediata a un interrogativo, ossia se si tratta di terrorismo internazionale o locale con legami internazionali (Il Post 2019).
I terroristi si sono sempre posti come obiettivo delle attività sicuramente quello di alimentare la paura. Si può affermare che tale obiettivo, anche alle luce del bilancio terrificante, è stato raggiunto. Non secondario, inoltre, è il messaggio che i medesimi intendono trasmettere un messaggio, ma che comunque è ancora una volta incomprensibile.
Poche ore dopo le esplosioni sono stati fatti quaranta arresti e ciò sembra indicare che l’intelligence fosse effettivamente informato riguardo la presenza dei terroristi e sui relativi indirizzi. Ad avvalorare tale ipotesi sono gli avvertimenti legati al rafforzamento della sorveglianza sul National Thowheeth Jama’athed all’ipotesi di un possibile attacco alle chiese. Questi ultimi erano stati ufficializzati in un documento che è stato mandato l’undici aprile dai dirigenti dei servizi segreti ai diversi obbligati, ossia dieci giorni prima degli attentati(Il Post 2019).
Alcuni funzionari governativi hanno dichiarato al New York Times che lo scorso gennaio, si era venuti a conoscenza di una rimessa di armi ed esplosivi presso un’isolata piantagione di cocco nel nord est del paese. Secondo quanto sostenuto dallo stesso Governo risultava essere appartenente aa un gruppo islamista, probabilmente congiunto al National Thowheeth Jama’ath.
Luca Bolognini, avvocato, socio fondatore dello Studio ICT Legal Consulting, dal 2008 è Presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati(Bolognini ), ha intervistato Vittorio Emanuele Parsi, esperto di relazioni internazionali e docente alla Cattolica di Milano, il quale ha asserito che “Tutte le fedi sono sfruttabili per diffondere odio. Per questo è importante che i vertici religiosi combattano attivamente questo tipo di strumentalizzazione. Per disarmare le mani, occorre prima disarmare i cuori. La Chiesa cattolica lo sa bene ed è molto vigilante. C’è chi invece, come il nostro ministro degli Interni, approfitta di qualunque spazio per contrapporsi al mondo islamico. Così non si combatte l’estremismo”(Bolognini 2019).
È emerso dall’intervista, secondo quanto asserito dal professore che “c’è una miriade di attori che si muove ispirandosi alle grandi sigle, che sono viste, per fare un paragone con il web, come dei veri e propri influencer. Se si dovesse scoprire che gli attentati in Sri Lanka fossero opera di qualche sigla esterna che ha trovato un interlocutore locale, saremo davanti a un netto cambio di strategia rispetto agli attentati degli ultimi anni”(Bolognini 2019).
Secondo una ricerca recente elaborata dal Pew Research Center, i cristiani costituiscono il gruppo religioso più perseguitato nel mondo; sono sterminati e presi di mira in 144 paesi, mentre i musulmani in 142 paesi e gli ebrei in 87 paesi.
Definire questi atti crudeli e barbarici sarebbe riduttivo. Ad ogni modo, non è la prima volta che attacchi di questa natura si verificano in concomitanza del periodo pasquale, colpendo i cristiani.
In Egitto, ad esempio, durante la domenica delle palme nel 2017, alcuni kamikaze dello stato islamico hanno assassinato 45 persone in due chiese copte.
In Pakistan, invece, nel 2016, un kamikaze affiliato ai talebani, ha colpito 75 persone, si trattava di cristiani in procinto di celebrare la Santa Pasqua in un parco. Va anche ricordato l’attentato avvenuto in Nigeria, la domenica di Pasqua del 2012. Un kamikaze, presunto membro di Boko Haram, ha ucciso trentotto persone davanti una chiesa.
La seguente tabella mostra 79 paesi nei quali non è stato riscontrato alcun cambiamento in merito al livello del rispetto della libertà religiosa, ancora basso. Il periodo preso in esame va da ottobre 2012 a giugno2014 incluso. Sono stati presi in esame fattori differenti e tale tabella prende in considerazione episodi di intolleranza e violenze di ispirazione religiosa(Nozzoli 2015).
Giulia Montalto, Antoine Canaud
Sitografia
Bolognini, Luca. 2019. «Luca Bolognini, Autore a SenzaFiltro». SenzaFiltro.
El Pais. 2019. «El Gobierno de Sri Lanka afirma que los atentados fueron una venganza por la matanza de Nueva Zelanda», aprile.
Gouverneur, Cédric. 2014. «Au Sri Lanka, des braises couvent sous le béton». Le Monde diplomatique.
- «Colombo rejette toute enquête». Le Monde diplomatique.
Il Post. 2019. «Lo Sri Lanka sapeva del rischio attentati». Il Post.
Nozzoli, Marco. 2015. «Libertà religiosa e persecuzione dei cristiani». documentazione.info.
Repubblica. 2019. «Sri Lanka, 321 morti negli attentati. Primi funerali di massa, il governo sotto accusa per le falle nella sicurezza – Repubblica.it».
www.nytimes.com/2018/03/06/world/asia/sri-lanka-antmuslimviolence.html?module=inline
https://theintercept.com/2019/04/22/when-christians-are-under-attack-muslims-and-the-left-need-to-defend-them/