– EDIZIONE STRAORDINARIA –
Il Giubileo della misericordia: tra perdono e paura
Quindici anni fa con Giovanni Paolo II, oggi la Porta Santa si riapre con Papa Francesco. Un evento di grande rilevanza che rimette l’Italia al centro dell’attenzione mondiale dopo i sei mesi di Expo a Milano. Cosa rappresenti il Giubileo non è chiaro a tutti, soprattutto ai non credenti; ordinariamente si celebra il giubileo, inteso come anno della remissione dei peccati, ogni 25 anni (intervallo stabilito da Papa Paolo II nel 1470), ma papa Francesco ne ha indetto uno “straordinario”, quello della misericordia di Dio. Durante l’Angelus di questa mattina papa Bergoglio ha ribadito: “serve lo spirito del buon samaritano”, twittando successivamente: “che il giubileo della misericordia porti a tutti la bontà e la tenerezza di Dio”. Parole consapevoli di un’importante figura religiosa che vuol chiaramente lanciare un messaggio al mondo intero. All’apertura della Porta Santa il primo a seguire Bergoglio è stato papa Ratzinger, piacevolmente accolto dai fedeli tutti. È proprio questo uno degli aspetti più rilevanti della giornata e che ben si accosta al tema della misericordia, un tema che, tra l’altro, accomuna tutte le religioni (dalla cristiana cattolica alla protestante, alla fede ebraica sino a quella musulmana). E proprio in un mondo in cui la fede diventa pretesto, più o meno veritiero, di guerra, di morte e di terrore, un evento come questo non può che lasciar sperare ad una riflessione ponderata e globale al tempo stesso.
Un dato che fa riflettere però è la presenza di una folla meno folta di quanto ci si aspettava a Piazza San Pietro (circa 50.000 fedeli). Dato che è saltato persino agli occhi di Papa Francesco. Quest’ultimo con un particolare invito, infatti, sollecita i fedeli a non aver paura. La cronaca parla di “giubileo blindato”, se non anche di “primo giubileo della sicurezza”, proprio perché le minacce di attentati non hanno tardato a presentarsi nei giorni passati. Il livello di allerta è elevato: all’ingresso di piazza San Pietro sono presenti metal detector e vengono continuamente fatte perquisizioni, è stata imposta la no fly zone e 2000 telecamere sono state istallate in tutta la città. Anche se Roma è blindata, anche se vi è fiducia nella misericordia, tema centrale di questo anno di giubileo, e anche se la Santa sede chiede di lanciare un forte segnale a tutto il mondo non cedendo alle minacce, tuttavia molti fedeli non hanno voluto correre alcun pericolo ed hanno preferito non recarsi a piazza San Pietro.
Sappiamo cosa significhi misericordia, ovvero sentimento di compassione (da “miserere”) e volontà di riconciliazione, ma non sappiamo oggi in cosa si debba concretizzare. Di certo si potrebbe far riferimento alla cessazione delle ostilità di ogni tipo, all’eliminazione di ogni pregiudizio, alla cooperazione globale. Ma ciò rimane, ancora e purtroppo, una speranza e più spesso resta solo una riflessione alla quale non si permette ampia discussione o ampio dibattito finanche all’interno dei grandi “palazzi della pace”, dove il sentimento di Misericordia resta astratto; quei palazzi, sedi delle organizzazioni internazionali, dai quali troppo spesso ormai vengono fuori delle resolutions piene di misericordia (oserei dire) che però non sono vincolanti per i paesi che le compongono o verso le quali sono indirizzate.
Il male che affligge il nostro pianeta, frutto dei gesti aberranti dell’uomo, è ormai ovunque. E proprio mentre papa Francesco si appellava alla misericordia, quasi come per voler far sentire la sua voce, il male è tornato a bussare alle nostre orecchie: ore 13:45, “naufragato un barcone di immigrati al largo della costa egea della Turchia, ritrovati i cadaveri di sei bambini.”
Davide Spinnato