La scienza e la storia ci insegnano che, dopo un terremoto di forte magnitudo, vi è la possibilità che si formi uno tsunami (o maremoto) la cui forza devastante risulti essere talvolta superiore al fenomeno naturale che lo ha preceduto. Questa è la logica che si potrebbe applicare alle vicende di cui il Consiglio Superiore della Magistratura è protagonista negli ultimi mesi: dopo il terremoto del “caso Palamara”, ecco emergere lo scandalo della cosiddetta “Loggia Ungheria”, una presunta (e ci teniamo a sottolineare “presunta”) organizzazione massonica, formata da magistrati, avvocati e politici, che avrebbe indirizzato e influenzato nomine in magistratura e nelle istituzioni, agendo con l’obiettivo di pilotare l’esito di determinati casi giudiziari.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso ha un nome e un cognome: Piero Amara. Noto ai media italiani per il processo Eni-Nigeria, l’avvocato siciliano, già condannato per corruzione in atti giudiziari, dichiara in più di un interrogatorio davanti ai pm milanesi la sua affiliazione alla “loggia massonica denominata Ungheria”. In quelle occasioni, tra il 2019 e l’inizio del 2020, indica nomi ed eventi che sarebbero stati toccati dalla mano invisibile dell’organizzazione segreta. Tra i nomi citati, l’ex ministra della Giustizia Paola Severino, l’ex numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia e l’ex presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, le quali smentiscono ogni loro coinvolgimento.
Il contenuto dell’interrogatorio rimane all’interno della procura di Milano per mesi senza dar luogo a nessun avviso di garanzia, fino al momento in cui il viceprocuratore della Procura di Milano, Paolo Storari, attualmente accusato di violazione del segreto d’ufficio, decide di consegnare questi verbali, irritualmente o per autotutela (a secondo dei punti di vista), a Piercamillo Davigo poiché i vertici della Procura non avrebbero ascoltato le sue molteplici richieste di dar inizio alle indagini sul caso. L’ormai ex consigliere del Csm ed ex pm di “Mani pulite”, a sua volta, avrebbe reso noto in via informale il contenuto delle dichiarazioni ad altri suoi due colleghi: David Ermini e Giovanni Salvi, rispettivamente vicepresidente del Csm e Procuratore generale della Cassazione.
Dopo qualche tempo, parte di questi verbali, senza firma nè timbri, vengono recapitati in forma anonima all’indirizzo di alcune testate giornalistiche, come il Fatto Quotidiano e Repubblica, e ad altri nomi importanti della magistratura italiana, come quello di Nino di Matteo. Questi decidono di non rivelare pubblicamente il contenuto a loro pervenuto poiché, resisi conto degli interessi in gioco, non vogliono interferire con le indagini della magistratura.
Le procure attualmente chiamate ad indagare sul caso sono quattro:Milano, Roma, Brescia e Perugia. Le domande a cui bisogna trovare risposta sono molte di più: quanto sono credibili le affermazioni di Amara, soggetto che nel suo passato ha giocato sia contro che a favore della Magistratura? Come si valuta il comportamento del pm Storari? Davigo poteva rendere noto il contenuto delle dichiarazioni ai componenti del Csm? Perché il Csm, venuto a conoscenza del contenuto dei dialoghi tra magistratura e Amara, non ha fatto niente? Come sono arrivati i verbali al Fatto quotidiano e a Repubblica?
Ma la domanda più importante è: esiste questa fantomatica Loggia Ungheria, oppure è tutta una farsa architettata a regola d’arte?
Alla luce delle informazioni riportate da Amara, ci si domanda cosa sia scritto in quei verbali, ad oggi, unica prova dell’esistenza della Loggia Ungheria.
Alla domanda “Chi aderisce all’associazione Ungheria?”, Amara ha infatti risposto: “Magistrati, forze dell’ordine, alti dirigenti dello Stato e alcuni imprenditori. Conservo una lista di circa 40 persone”. Guardando indietro nella storia Repubblicana italiana, sorge spontaneo un richiamo alla Loggia P2, operante dal secondo dopoguerra fino al 1982 e coinvolta in molteplici scandali e reati di quegli anni, come la strage di Bologna del 1980 e il fallimento del Banco Ambrosoli, per cui Licio Gelli, il “Maestro venerabile” dell’organizzazione, fu condannato nel 1994.
A prima vista, una differenza sostanziale si trova nel numero delle persone aderenti. Sarebbero circa 40 quelle coinvolte nell’associazione Ungheria, mentre la Loggia P2 contava 962 nomi accertati. Anche la natura dei partecipanti è diversa: se la nuova potenziale loggia vede la partecipazione per lo più di magistrati e forze dell’ordine, l’organizzazione di Gelli aveva dimensioni molto più estese, coinvolgendo uomini politici, giornalisti, imprenditori, diplomatici e uomini di spettacolo.
I soggetti coinvolti sono funzionali allo scopo della società segreta e l’incongruenza tra gli aderenti alla Ungheria e alla P2 è un chiaro sintomo di una linea di azione ben diversa.
Il principale obiettivo della vecchia organizzazione si basava sul “Piano di Rinascita Democratica”, un vero e proprio programma, con progetti a breve, medio e lungo termine, volto a rovesciare il sistema politico-istituzionale dall’interno. Una delle caratteristiche fondamentali per comprendere l’importanza dell’organizzazione P2 è la struttuta capillare di un sistema che puntava a conferire ai propri membri ruoli di rilievo nel panorama politico, economico e di informazione. Nello specifico, si puntava al coinvolgimento di tutti i partiti politici del quadro istituzionale di allora, dal PSI alla DC, in modo da controllare l’operato del governo e configurare un sistema in linea con gli obiettivi della Loggia. Ciò spiega l’ampiezza del fenomeno che, al fine di raggiungere uno scopo così complesso come quello esposto nel piano, aveva bisogno di un vero e proprio sistema di contorno; ma spiega anche la strategia posta in essere, quella del terrore: bisognava dimostrare la grandezza dell’organizzazione e fare intendere che il piano di rinascita poteva essere fattibile, disponendo anche di mezzi violenti per il raggiungimento del proprio fine.
La presunta Loggia Ungheria sembra un fenomeno nettamente più ristretto, non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche attuativo. Dalle informazioni in mano agli inquirenti, la società non sembra coinvolta in nessun crimine violento e, come affermato dallo stesso Amara, l’obiettivo principale sarebbe quello di difendere lo stato di diritto e contrastare il giustizialismo delle correnti più di sinistra . Lo scopo si sarebbe raggiunto mediante il pilotaggio di nomine del Consiglio Superiore della Magistratura e delle principali Province italiane, tra cui Roma e Milano, promuovendo scambi di favori tra membri del CSM.
In ogni caso, se oggi l’esistenza della Loggia Ungheria venisse verificata, rientrerebbe nel campo di applicazione della Legge n. 17 del 1982, denominata legge Anselmi, la stessa che pose fine alla Loggia P2. Nell’elaborazione della normativa, la Presidente della Commissione Parlamentare sulla Loggia P2, Tina Anselmi, si è curata di definire le società segrete che rientrano nella giurisdizione della disposizione.
L’articolo 1 recita: “Si considerano associazioni segrete, come tali vietate dall’articolo 18 della Costituzione, quelle che, anche all’interno di associazioni palesi, occultando la loro esistenza ovvero tenendo segrete congiuntamente finalita’ e attivita’ sociali ovvero rendendo sconosciuti, in tutto od in parte ed anche reciprocamente, i soci, svolgono attivita’ diretta ad interferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale”. In più, chiunque diriga un’associazione segreta rischia da 1 a 5 anni di reclusione, mentre chi vi partecipa ne rischia fino a 2 anni. Una volta accertata l’esistenza della Loggia, ne verrebbero disposte la cessazione e la confisca dei beni.
Tornando al nostro presente, la storia che disegna i contorni di questo scandalo ha sicuramento gettato nuove ombre sull’organo di autogoverno della magistratura italiana. Ad esempio, Nino di Matteo, destinatario di uno dei plichi anonimi contenenti i verbali secretati, ha affermato che queste dichiarazioni non sono altro che “palesi calunnie” di cui la falsità è facilmente riscontrabile, aggiungendo inoltre che “L’illecita diffusione di quei verbali anche all’interno del Consiglio superiore rappresenta un vero e proprio dossieraggio volto a screditare il consigliere Ardita”, togato del Csm nominato da Amara tra gli affiliati alla Loggia, “e a condizionare l’attività del Csm.” Secondo le parole del magistrato palermitano, sembra essere quindi una mossa costruita per gettare fango sul lavoro professionalmente svolto da alcuni suoi colleghi.
C’è chi invece guarda alle implicazioni che questa storia porta con sè, come Piero Sansonetti, direttore de “Il Riformista”, che definisce la Loggia Ungheria come “una organizzazione assai più potente della P2. Micidiale. Che sostituisce le istituzioni e non controlla semplicemente un giornale, ma tutta la macchina della giustizia. E che orienta la giustizia, decide le nomine, i poteri e soprattutto le inchieste e le sentenze” .
A prescindere da quelle che saranno le pronunce della magistratura sullo scandalo Ungheria , al termine delle indagini vi sarà una sola vittima principale: i cittadini italiani. Un clima così incerto e poco trasparente non aiuta di certo a rialzare i livelli di fiducia verso le istituzioni e soprattutto nei confronti della Magistratura. in quanto organo indipendente che uscirà inevitabilmente screditato da questo scandalo. Secondo il XXIII Rapporto “Gli italiani e lo Stato” condotto da Demos & PI e riferito al 2020, solo il 39% degli italiani dichiara di avere molta fiducia nella Magistratura e solo il 33% ne ha nello Stato come istituzione . Un quadro del genere non sarà destinato a migliorare nella fase storica attuale, piena di incongruenze e priva di certezze.
Giulia di Rosa e Gaia Ingargiola
Bibliografia
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GANGALE DAVIDE “Verbali segreti, magistrati indagati, il ruolo del CSM: cosa sappiamo sulla presunta Loggia segreta Ungheria” Open 4 Maggio 2021
https://www.open.online/2021/05/04/csm-ungheria-loggia-massonica-segreta/amp/
GIUFFRIDA FABIO “Loggia Ungheria, dal presunto <incarico a Conte> ai <rapporti> con Lotti: ecco le carte dell’interrogatorio di Amara” Open 7 Maggio 2021 https://www.open.online/2021/05/07/loggia-ungheria-interrogatorio-amara/