Il primo marzo 2021 si insedierà il nuovo vertice dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio (OMC), dopo la ratifica ufficiale di alcuni giorni fa dei 164 paesi membri. È Ngozi Okonjo-Iweala.
Si tratta di una nomina storica, e su cui vale la pena soffermarsi, per più di un motivo: è la prima donna, e la prima di origini africane, a ricoprire il ruolo di Direttrice Generale. Purtroppo, nulla di scontato. La sua nomina arriva anche in seguito ad una serie di vicissitudini, che si intrecciano in modo evidente con le recenti evoluzioni della leadership e della politica statunitense.
Per dirimere l’intreccio bisogna andare indietro nel tempo di diversi mesi, nello specifico a maggio 2020, quando il Direttore Generale in carica dal 2013 e giunto peraltro al suo secondo mandato, il brasiliano Roberto Azevedo, annuncia inaspettatamente le sue dimissioni, a decorrere da quella stessa estate. Le ragioni ufficiali addotte dallo stesso Azeveda la spiegano come una decisione strettamente personale, presa nell’interesse dell’organizzazione e del suo equilibrio di sistema, già per più ragioni parzialmente compromesso e mai veramente stabile. Subito, tuttavia, si avvicendano le ipotesi su spiegazioni altre, non ultima una certa ingerenza proprio da parte degli Stati Uniti. Quali che siano state le ragioni, Azevedo alla fine abbandona il servizio pubblico e assume l’incarico, che attualmente ricopre, di Vicepresidente della PepsiCo, multinazionale che non necessita di troppe presentazioni.
Se quindi un atto si conclude, se ne apre subito un altro, quello in cui entra in scena per la prima volta la protagonista di questo nostro approfondimento, Ngozi Okonjo-Iweala. Sul finire dell’estate, contestualmente alle dimissioni di cui sopra e al veto imposto dall’amministrazione Trump rispetto alla nomina di un capo ad interim, iniziano a circolare voci sempre più insistenti e inequivocabili su un possibile successore, o meglio su una possibile succeditrice. Entrambi i nomi in lizza infatti sono femminili. Da un lato appunto Ngozi Okonjo-Iweala, economista e prima Ministra delle Finanze donna in Nigeria, suo paese di origine, e dall’altro Yoo Myung-hee, che attualmente ricopre l’incarico di Ministra del Commercio in Corea del Sud.
Ancora una volta l’amministrazione Trump interviene nella vicenda, negando il suo appoggio a Ngozi Okonjo-Iweala perchè secondo il Presidente non abbastanza esperta di attività commerciali. Le dinamiche però cambiano velocemente, tanto quanto gli equilibri internazionali: in seguito al ritiro della rivale a inizio Febbraio e grazie al forte sostegno del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden, arriva la ratifica ufficiale della nomina, con la quale si apre un nuovo capitolo della storia dell’istituzione cardine del commercio internazionale.
Qualche cenno sulla vita, le esperienze e la carriera di Ngozi Okonjo-Iweala.
66 anni, economista, nigeriana di nascita, naturalizzata statunitense qualche anno fa, è tra i cento personaggi più influenti al mondo secondo Forbes e anche secondo il Times. Laureata ad Harvard e poi trasferitasi al Mit per un dottorato di ricerca, conta oggi ben dieci lauree honoris causa e quasi 2 milioni di followers su Twitter (è anche membro del Cda del celebre social network). È stata, come già detto, la prima donna a guidare il Ministero delle finanze e poi anche quello degli Esteri in Nigeria e anche con un certo successo, dato che oggi la Nigeria è la prima economia del continente africano. Per alcuni anni ha ricoperto anche il ruolo di Amministratore Delegato alla Banca Mondiale, dove ha lavorato per ben venticinque anni, e fa parte di diversi Consigli di Amministrazione molto prestigiosi.
Potremmo riassumere la sua esperienza nel governo nigeriano con due espressioni: “Occupy Nigeria” e “Fighting Corruption Is Dangerous”.
Occupy Nigeria è il movimento di proteste nato nel paese africano nel 2012, appena un anno dopo l’inizio della seconda esperienza di Ngozi Okonjo-Iweala al Ministero delle Finanze nigeriano. Causa scatenante: l’annuncio dell’agenzia statale Petroleum Product Pricing Regulatory Agency (Pppra) sulla rimozione dei sussidi statali per l’acquisto calmierato di benzina, che ne tenevano molto basso il prezzo. Bisogna puntualizzare che la benzina è un bene molto consumato e quindi acquistato dai nigeriani, in quanto utilizzata non solo per l’alimentazione di veicoli di vario genere, ma anche per quella, ad esempio, dei generatori di elettricità, o di altri strumenti di supporto alle infrastrutture fatiscenti. Il calmiere concesso dallo Stato veniva visto dalla popolazione indigente come una delle poche agevolazioni a sua reale disposizione e il suo annullamento fece esplodere il malcontento in modo incontenibile. Bisogna tenere anche conto del contesto: la difficoltà di dover vivere in media con 2 dollari al giorno in un paese in grave crisi politica e in stato emergenziale per via degli attacchi terroristici di Boko Haram, la disponibilità di un’enorme riserva naturale di carburante non fruibile a causa del malfunzionamento degli impianti e della dilagante corruzione. Dal malcontento che ne scaturì, per ovvie e giuste ragioni, Ngozi Okonjo-Iweala non fu esente, almeno finchè non riuscì a dare un nuovo tangibile contributo al sistema economico del suo paese, che gode oggi di ben altra salute.
Fighting Corruption Is Dangerous è invece il titolo del libro che Ngozi Okonjo-Iweala ha pubblicato nel 2018 e che costituisce un vero e proprio vademecum della lotta alla corruzione, di cui lei è sempre stata paladina. Integrando il libro con il racconto della sua esperienza professionale Okonjo-Iweala fornisce esempi pratici sui modi in cui la corruzione può manifestarsi in un sistema politico ed economico e in cui può allocare le risorse in modo improprio rallentando lo sviluppo di un paese; dà anche consigli pratici di advocacy su come intervenire per arginare il fenomeno. Si tratta d’altronde di uno dei temi che più hanno influenzato la sua vita e il suo lavoro e alle volte persino entrambi insieme nello stesso momento. Estremamente toccante e sconvolgente il racconto del rapimento della madre, avvenuto per forzarla alle dimissioni in cambio del suo rilascio. Ciò nonostante, il suo lavoro è stato improntato alla valorizzazione e al rispetto della trasparenza, attraverso la pubblicazione dei conti pubblici, e allo sforzo costante di modernizzazione del sistema finanziario del paese, che ha effettivamente dato i suoi frutti in tempi relativamente brevi.
Questo è quanto già fatto, ma cosa possiamo aspettarci in futuro da Ngozi Okonjo-Iweala nella sua nuova veste di Direttrice Generale dell’OMC?
Una prima risposta, tutta ovviamente da verificare con i fatti futuri, ci arriva proprio da Okonjo-Iweala e dalle sue prime dichiarazioni ufficiali dopo la ratifica della nomina (qui il discorso integrale).
Tra i nodi centrali del suo programma l’ammodernamento dell’Organizzazione, delle norme che lo regolano e delle sue dinamiche procedurali, volto ad affrontare le nuove recenti sfide internazionali e ad assicurare maggiore equilibrio ad un sistema sempre troppo precario e ormai, in quanto basato per lo più su accordi regionali o bilaterali, superato; l’attenzione al rapporto tra commercio e tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; il rafforzamento del principio di trasparenza; la regolamentazione dell’e-commerce e dell’economia digitale attraverso un intervento mirato e più consapevole. Buona parte del suo intervento ruota quindi attorno ai recenti stravolgimenti economici che il mondo come lo conoscevamo ha recentemente subito, anche a causa della pandemia da Covid-19. A conferma di ciò non si può non fare riferimento alle importanti dichiarazioni fatte sui vaccini: uno degli obiettivi futuri sarà favorirne con tutti gli strumenti possibili la circolazione e la diffusione, contrastando le restrizioni alle esportazioni e incoraggiandone la realizzazione in più Stati come sta facendo AstraZeneca in India e in altri Paesi in via di sviluppo, con il sistema del licensing. Si tratterebbe insomma di lavorare per l’abbattimento di tutte le barriere, pensiamo ad esempio allo spinoso tema della proprietà intellettuale, al fine di porsi come obiettivo primario la salute pubblica.
“Insieme possiamo rendere il Wto più forte, più agile e più adatto alle realtà di oggi”, dichiara Okonjo-Iweala, fornendo un primo ritratto di quella che secondo lei dovrebbe essere la natura dell’Organizzazione di cui tra poco sarà guida, un’Organizzazione che tiene conto dei tempi e delle necessità contingenti, ma che al tempo stesso si pone obiettivi di sistema importanti e a lungo termine.
Alessia Girgenti
Per approfondire:
World Trade Organization (official site) – https://www.wto.org
Ngozi Okonjo-Iweala – https://ngoziokonjoiweala.com
Statement of the Director-General elect Dr. Ngozi Okonjo-Iweala to the special session of the WTO General Council –https://docs.wto.org/dol2fe/Pages/SS/directdoc.aspx?filename=q:/Jobs/GC/250.pdf&Open=True