Si riaccende la disputa tra Italia e Francia riguardo alle questioni territoriali, questa volta, dopo l’estensione del mare territoriale francese a scapito dell’Italia (questione mai digerita dalla destra nostrana), tocca al Monte Bianco, da sempre punto di riferimento sia per il turismo alpino italiano che per quello straniero d’oltralpe.
LE RADICI DEL CONTRASTO[1]
Storicamente parlando, si può trovare un’origine ai dissensi fra Italia, considerando anche il suo periodo preunitario, e Francia. Riguardo alla vetta del Monte Bianco già ai tempi delle campagne napoleoniche si iniziò a disputare fra Regno di Sardegna e transalpini quello che a tutti gli effetti è un fazzoletto di terra dell’estensione quasi pari a quella dello Stato Vaticano, sia allo scopo di stabilire un chiaro confine fra le due nazioni, sia per definire quelle che possono essere responsabilità civili o penali in capo ad uno dei due Paesi. Fintanto che i Savoia spostarono la capitale del loro regno da Chambery a Torino nel 1560, non vi era traccia di alcun confine fra le due nazioni; si cominciò la vera e propria disputa con l’armistizio di Cherasco, confermato poi con il Trattato di Parigi del 1796, con cui Napoleone pretese l’annessione alla Francia di alcuni territori di confine tra cui la Savoia, riguardo ai monti compresi in questi territori, i nuovi confini vennero tracciati semplicemente annettendo al vincitore le cime più alte, mentre quelle più basse allo sconfitto.
In seguito, collassato l’impero di Napoleone, tutti i territori annessi alla Francia tornarono, dietro disposizioni del Congresso di Vienna, ai rispettivi Paesi cui erano stati sottratti. Solo nel 1860 sarebbero poi stati ceduti nuovamente questi territori alla Francia da Vittorio Emanuele II mediante il Trattato di Torino, come ricompensa per l’appoggio dato al re sabaudo deciso nell’unificare l’Italia Centrale; trattato che fu poi completato negli anni seguenti da diversi atti. Con la Convenzione di delimitazione del 1861 poi, si arrivò ad un sistema di ispezioni commissariali e rettifiche al tracciato, sistema che fu poi sospeso dal 1940 al 1948.
Nei Trattati di Pace della Seconda Guerra Mondiale, si arrivò a delle nuove modifiche dei confini, riportati così come si presentavano nel 1938, fatte salve alcune modifiche nel dettaglio richieste dai francesi riguardo alle clausole territoriali, esse riguardavano particolarmente da vicino la Valle del Roia, Briga Marittima e Tenda, che comportò anche un trasferimento di popolazioni; tuttavia la vetta del Monte Bianco restò intatta.
La questione della vetta arrivò al vaglio delle autorità nel momento in cui si dovette decidere la linea di demarcazione del confine nei lavori per il Traforo del Monte Bianco, trovando come linea di demarcazione quella sul Colle del Gigante, secondo gli Accordi di Torino, senza considerare ulteriori anomalie cartografiche. Si arrivò così al faccia a faccia per l’esame delle reciproche differenze nelle zone fra Dome du Goûter e Monte Bianco nel marzo 1995, salvo poi demandare poco tempo dopo la questione ognuno ai propri Ministeri degli Esteri.
In tempi più recenti il caso ha continuato ad essere al centro degli attriti tra i due Paesi. Nell’estate del 2015 il sindaco di Chamonix diede disposizioni di chiudere la vetta del Monte Bianco a partire dall’ultima funivia, posta in territorio italiano, andando di fatto a spingere la sua giurisdizione ben più a sud del dovuto rispetto al reale confine posto alla metà del ghiacciaio al di sotto della cima del monte, con il Rifugio Torino[2] che si vide recintare in pochi minuti l’accesso alla vetta da due guide alpine francesi. Nel 2017 vi furono riunioni di vertice tra i due Paesi, in cui venne stabilito che nessuno avrebbe intrapreso iniziative unilaterali aventi per oggetto la zona contesa. Nel luglio 2019, dopo un incidente in parapendio[3], i comuni di Chamonix e Saint-Gervais emisero un’ordinanza che vietava la pratica del volo in un’area comprendente anche quella sotto contenzioso, scatenando in primis le proteste del sindaco di Courmayeur; la questione fu fatta oggetto anche di un’interrogazione parlamentare.
IL PRECEDENTE DI DE GAULLE E L’ANNESSIONE FRANCESE DELLA VALLE D’AOSTA[4]
Molto meno conosciuto è il precedente storico legato alla volontà francese di annettere al suo territorio anche la Valle d’Aosta.
Con l’entrata in guerra del Regno d’Italia nell’estate del 1940 a fianco delle potenze dell’Asse, De Gaulle rimase profondamente deluso per il trattamento ricevuto, in particolar modo alla luce del comportamento fortemente opportunista da parte di Roma, mossasi all’ultimo momento al solo scopo di poter dire la sua al tavolo dei vincitori e avanzare rivendicazioni territoriali.
I primi progetti per una ‘’vendetta’’ nei confronti dell’Italia, una volta che si fosse arresa, vennero teorizzati dallo stesso De Gaulle nel 1943, quando a causa di frizioni con Winston Churchill si spostò da Londra ad Algeri, colonia francese ribelle al Maresciallo Pétain.
Il progetto consisteva nell’appellarsi alla rabbia dei valdostani, profondamente turbati dall’italianizzazione forzata subita durante il dominio fascista (basti pensare al comune di La Thuile che divenne Porta Littoria), e desiderosi per buona parte di tornare ad essere una regione bilingue. Al superamento del confine alpino italiano però, gli accordi con l’aviazione alleata prevedevano un supporto logistico che sollevasse dal compito quest’ultima, senza dilagare in territorio italiano per più di 20 km.
Tra il 26 e il 27 aprile 1945 le forze francesi vennero però fermate a La Thuile dall’insolita alleanza fra gli alpini delle fiamme verdi del CLNAI e dalla 4° Divisione Alpina Monterosa della Repubblica Sociale Italiana; i quali opposero per due settimane una resistenza in attesa dell’arrivo di truppe americane, che dovevano attestarsi a difesa di Pré-Saint-Didier per impedire alle truppe francesi di avanzare verso Aosta, che nel frattempo aveva visto insediarsi il nuovo prefetto partigiano nominato dal CLNAI, che a sua volta aveva già chiamato a raccolta sia le forze partigiane che quelle della RSI per difendere la città dall’arrivo del nemico.
L’11 giugno, negli accordi firmati a Caserta, venne stabilito il ritiro delle truppe francesi da tutto il territorio italiano entro il 10 luglio. Passata la data, ad Aosta rimasero solo alcuni ufficiali incaricati di portare avanti la loro propaganda filofrancese.
A guerra finita, il 7 settembre, Umberto II, luogotenente d’Italia, firmò un decreto che vedeva nascere la Circoscrizione Autonoma della Valle d’Aosta, che andava a confermare l’italianità della regione, e vedendo così svanire definitivamente le speranze di coloro che chiedevano un plebiscito per stabilirne l’influenza italiana o francese.
MACRON E LA ‘’RECONQUISTA’’
L’ultimo motivo di attrito sarebbe imputabile a due leggi a tutela della biodiversità adottate dalla prefettura dell’Alta Savoia, responsabili di estendere la loro competenza anche a territori sotto la sovranità italiana[5].
L’area interessata dalle nuove misure copre una superficie di oltre 3000 ettari sul massiccio del Monte Bianco e crea due zone, una riservata alla pratica di sport d’alta quota e l’altra più adatta anche a turisti meno esperti, di più facile accessibilità; proprio in quest’ultima rientrerebbero infatti territori considerati come sotto la propria giurisdizione dall’Italia, ovvero quelli della zona del ghiacciaio del Gigante, assieme al già oggetto di contenzioso Rifugio Torino, e la funivia Skyway, la cui partenza si trova nel comune di Courmayeur.
Da parte francese, è stato espresso che le misure adottate hanno lo scopo di ‘’evitare le derive osservate’’, come l’atterraggio di parapendisti ma anche il soccorso di eventuali alpinisti inesperti. Da parte italiana invece, il confine del massiccio intero passa sullo spartiacque, rimarcando gli accordi presi nel 2017.
LA REAZIONE DELLA FARNESINA[6]
Il caso fu sollevato per la prima volta dal deputato di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida[7] che, come già citato, aprì un’interrogazione parlamentare a riguardo.
Dopo un’iniziale manifestazione di forte disappunto giunta da Roma per tramite dell’Ambasciata italiana a Parigi, cui si è aggiunta la disapprovazione delle misure unilaterali intraprese da Parigi, ribadendo che in nessun modo l’Italia si sarebbe conformata né le avrebbe riconosciute come legittime. Nella nota diplomatica della Farnesina si esprime inoltre che da parte francese vi sia stato un mancato rispetto degli accordi, i quali prevedono la discussione dei temi relativi a queste zone nell’apposita Commissione mista, in cui lo stesso Di Maio ha posto l’accento sui patti presi allo scopo di evitare iniziative unilaterali da entrambe le parti, ribadendo infine che l’Italia continuerà a fare riferimento alla tradizionale stesura dei confini[8].
IL DEFERIMENTO ALLA COMMISSIONE UE[9]
In un post Facebook, il numero due di Forza Italia, Antonio Tajani, ha annunciato il 23 ottobre di aver presentato la richiesta di un’interrogazione alla Commissione UE per risolvere la disputa sul Monte Bianco e garantire il rispetto del Trattato del 1860.
La risposta francese alla Farnesina è sembrata essere piuttosto accomodante, con voci che affermano la ‘’piena disponibilità’’ della Francia a collaborare e ‘’massima attenzione esigenze italiane’’. Nel mentre, dal versante italiano non si sono fatte attendere proteste di attivisti di destra, in particolare legati alla Lega, che sempre nella giornata del 23 ottobre hanno manifestato ai piedi del Monte con striscioni bilingue ‘’Giù le mani dal Monte Bianco’’[10], cui hanno fatto seguito i post social dei leader della destra in appoggio alle manifestazioni, tra le quali figura per ultima quella compiuta pochi giorni fa da militanti di CasaPound[11], saliti in cima al ghiacciaio per ‘’ristabilire’’ i confini italiani.
Dott. Edoardo Biolcati
BIBLIOGRAFIA
- Maurizio Crosetti, ‘’Il business dei turisti che riaccende la lite sul Monte Bianco’’, La Repubblica, 9 settembre 2015
- Carlotta Rocci, ‘’Monte Bianco, la Francia ‘’invade’’ il confine italiano: si rischia il caso diplomatico’’, La Repubblica- Torino, 23 luglio 2019
- Nota della Farnesina- Monte Bianco, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, 21 ottobre 2020
- La Repubblica, ‘’Monte Bianco, cresce la tensione fra Italia e Francia, Macron vuole la vetta’’, 21 ottobre 2020
- Mauro Indelicato, Sonia Dinolfo, ‘’Ecco quali sono i territori che l’Italia rischia di perdere’’, InsideOver, 25 ottobre 2020
- ‘’L’Italia protesta con la Francia sul caso Monte Bianco’’, Ansa, Roma, 21 ottobre 2020
- ‘’Monte Bianco, la lite tra Italia e Francia sui confini finisce davanti alla Commissione UE’’, La Repubblica- Torino, 23 ottobre 2020
- ‘’CasaPound sale sul Monte Bianco per rivendicare i confini ‘’scippati’’’’, AdnKronos, 25 ottobre 2020
- ‘’Il giorno in cui De Gaulle voleva conquistare la Valle d’Aosta’’, Lanfranco Palazzolo, Radio Radicale, 26 ottobre 2020
[1] https://www.ilpost.it/2020/10/26/monte-bianco-confine-italia-francia/
[2]https://www.repubblica.it/cronaca/2015/09/09/news/il_business_dei_turisti_che_riaccende_la_lite_sul_monte_bianco-122535722/
[3]https://torino.repubblica.it/cronaca/2019/07/23/news/monte_bianco_la_francia_invade_i_confini_italiani_si_rischia_il_caso_diplomatico-231842103/
[4] https://www.radioradicale.it/scheda/619522/il-giorno-in-cui-de-gaulle-voleva-conquistare-la-valle-daosta-intervista-a-enrico
[5] https://torino.repubblica.it/cronaca/2020/10/21/news/monte_bianco_cresce_la_tensione_tra_italia_e_francia_macron_vuole_la_vetta-271373634/
[6] https://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/nota-farnesina-monte-bianco.html
[7] https://it.insideover.com/politica/ecco-quali-sono-i-territori-che-l-italia-rischia-di-perdere.html
[8] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2020/10/21/litalia-protesta-con-la-francia-sul-caso-monte-bianco-_3f590c85-6895-47d4-aef4-b19eecfddcd6.html
[9]https://torino.repubblica.it/cronaca/2020/10/23/news/monte_bianco_la_lite_tra_italia_e_francia_sui_confini_finisce_davanti_alla_commissione_ue-271583649/
[10] https://www.ilpost.it/2020/10/26/monte-bianco-confine-italia-francia/
[11] https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/10/25/casapound-monte-bianco-per-rivendicare-confini-scippati_NLmgmhfIK2Dpc3WZ0s3JYJ.html?refresh_ce