Molti si sono posti la domanda di chi fosse il vero Presidente, del Venezuela e infatti due fazioni internazionali sostengono sia Maduro che Guaidò.
Facciamo un excursus storico affinché possiamo comprendere come si è arrivati alla proclamazione di Guaidò e capire i motivi di chi sostiene Guaidò, giudicandolo il Presidente legittimo: l’Assemblea Nazionale Costituente del Venezuela si è formata il 30 luglio 2017 per redigere una nuova Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela, operativa dal 5 agosto 2017. I membri dell’Assemblea Nazionale Costituente sono stati eletti il 30 luglio 2017, con elezioni ritenute illegali, contestate da diversi paesi Sudamericani e Occidentali. Il partito d’opposizione, Unità Democratica non si è presentato alle elezioni, sancendo la vittoria schiacciante per il partito filo-governativo. Il primo giorno, l’Assemblea Nazionale Costituente ha votato all’unanimità la destituzione della procuratrice generale Luisa Ortega Diaz, sostituendola con Saab Tarek William.
La Diaz aveva denunciato una violazione dell’ordine costituzionale da parte del Presidente Venezuelano Nicolas Maduro, citandolo, tra l’altro, con diversi suoi ministri, di fronte alla corte penale internazionale per gli omicidi di circa 8000 persone nel biennio 2015-2017 [1].Il Tribunale Supremo di Giustizia aveva già dato autorità all’Assemblea Costituente di redigere una nuova costituzione per il Venezuela.
Il 18 agosto 2017 l’Assemblea Costituente si dà il potere di scavalcare l’Assemblea Nazionale, esautorandola il giorno seguente. Infatti con un decreto disposto da Delcy Rodriguez, già rivoluzionaria ministro degli Esteri e fedele Chavista, l’Assemblea Costituente azzera le competenze del Parlamento Venezuelano e si assume il potere di legiferare su temi di ordine pubblico, sicurezza nazionale, diritti umani, sistema socio-economico e finanze. Il Parlamento o Assemblea Nazionale non viene sciolto ma il suo ruolo viene ridotto ad un semplice foro di dibattito [2].
Alle elezioni presidenziali avvenute nel 2018, l’Assemblea Costituente ha proibito a tre partiti dell’opposizione (Prima la Giustizia, Unità Democratica e Volontà Popolare) di partecipare alle elezioni Presidenziali del 2018, sostenendo che essi ne avevano perso il diritto avendo boicottato le elezioni amministrative del 2017. Più di 40 Paesi Sudamericani e Occidentali non riconoscono la legittimità dell’Assemblea Costituente, e si aggiungono a loro la Santa Sede e l’Unione Europea [3].
Molti paesi Occidentali non hanno riconosciuto la validità delle elezioni presidenziali del maggio 2018, perchè si svolsero senza osservatori e arbitri internazionali decretando la vittoria di Maduro.
Dato che quelle elezioni furono considerate fraudolente, anche l’Unione Europea automaticamente ha dichiarato illegittimo il nuovo mandato presidenziale, creato da Maduro il 10 gennaio. Tutti i paesi del gruppo di Lima, ad eccezione del Messico del neopresidente di sinistra Lopez Obrador, hanno invitato Maduro a riconoscere il potere al ”Parlamento legittimo” ed accettare la convocazione di nuove elezioni libere e democratiche. L’invito è caduto ovviamente nel nulla; Maduro ha iniziato il suo nuovo mandato, che dovrebbe concludersi nel 2025, e l’opposizione è partita all’attacco. A proposito del Messico, la popolazione venezuelana ha più volte esortato il popolo messicano ad essere accorto verso il loro Presidente, affinché possano salvaguardare le loro libertà.
Tuttavia, diversi Paesi, tra cui Bolivia, Cuba, Nicaragua, Turchia, Cina, Russia e Siria, ne riconoscono l’autorità e invitano le altre Nazioni a non intervenire in Venezuela. L’organismo voluto fortemente da colui che sembra essere divenuto per molti un despota, il Presidente Maduro, è riuscito ad assumere con l’Assemblea Costituente tutte le funzioni e i poteri legislativi, tanto che ad oggi sussistono due Assemblee parallele. L’Assemblea Nazionale Venezuelana, la cui maggioranza è dei partiti di opposizione, ha deciso lo scorso 22 gennaio 2019 di assumere i poteri del ramo esecutivo. Il giorno dopo, il Presidente dell’Assemblea Nazionale Venezuelana, Juan Guaidò, riconosce il suo ruolo e la situazione paradossale di illegittimità Costituzionale posta in essere dall’Assemblea Costituente e da Maduro. Guidò si è appellato alla Costituzione Venezuelana e in particolare agli articoli 233 e 333 della Costituzione che gli ha permesso di applicarli attraverso un’autoproclamazione con valenza giuridica davanti ai deputati dell’Assemblea Nazionale e a una folla, ricevendo da subito il sostegno di una parte della comunità internazionale guidata dagli Stati Uniti (da Donald Trump) e poi a seguire da tutti gli altri: il Brasile di Bolsonaro, la Colombia, il Canada, il Cile, l’Argentina, Unione Europea, e così via, eccetto l’Italia che è sempre stato un Paese a favore dei diritti umani. La maggioranza dell’Assemblea Nazionale e il suo Presidente Guaidò quando si appellano alla Costituzione venezuelana si riferiscono, in particolare all’articolo 233 che prevede l’istituzione di un Governo provvisorio, e dell’articolo 333, che ristabilisce la validità della Costituzione, considerate illegittime le elezioni del 20 maggio 2018 in cui Maduro è stato rieletto [4].
Molte testate giornalistiche internazionali hanno riportato la notizia scrivendo o esprimendosi che Guaidò si fosse “autoproclamato”. Per i Venezuelani questa parola ha un uso dispregiativo. E’ opportuno fare chiarezza sul significato di “proclamazione” e di “autoproclamazione”. Il significato etimologico di “proclamazione” proviene dall’omologo latino proclama, “gridare avanti”, per indicare la designazione ufficiale delle autorità supreme. Il concetto di proclama si rifà, come sottintende l’etimologia del termine, alla pratica, specialmente antica, di annunciare i provvedimenti di particolare importanza, gridandoli ad alta voce nelle piazze, quindi consiste in un annuncio solenne o pubblico emanato dall’autorità pubblica al popolo. Per autoproclamazione, si intende il riconoscimento di sè stessi e del gruppo di cui si fa parte. L’autoproclamazione può avere accezioni socialmente positive o negative. Quindi per autoproclamazione si intende il riconoscimento dell’autorità dichiarandosi pubblicamente nel difendere anche quelli che potrebbero essere i diritti di un popolo ma potrebbe anche avere una accezione negativa del termine. L’atto di proclamare, è un annuncio ufficiale da chi ne ha l’autorità.
Tra le modifiche apportate, emerge l’elezione di un’Assemblea Nazionale Costituente violando la costituzione attuale, tuttavia, né Nicolas Maduro, né l’Assemblea Nazionale Costituente, né la Corte Suprema di Giustizia la pensano così. Quindi secondo questo breve excursus, possiamo affermare che secondo la Costituzione Venezuelana, Juan Guaidò è il Presidente legittimo.
Washington ha promesso nuove sanzioni, che potrebbero arrivare anche ad un blocco delle importazioni petrolifere, il che provocherebbe l’inasprirsi della già gravissima crisi economica venezuelana, con conseguenze dirette su una popolazione già stremata. La rottura delle relazioni diplomatiche è il passo obbligato dopo il non riconoscimento del Governo in carica. Ma alla chiusura di consolati e ambasciate in Venezuela farebbe seguito una mossa speculare di Caracas e questo provocherebbe seri problemi ai 2.5 milioni di emigrati venezuelani sparsi nei diversi Paesi della regione. Avranno problemi, ad esempio, per ottenere la convalida di un titolo di studio, rinnovare il loro passaporto, chiedere certificati penali o qualsiasi documento necessario per vivere o lavorare nel paese d’accoglienza.
Sul piano interno Venezuelano, invece, la grande questione riguarda, il livello di fedeltà dei militari con Maduro. È chiaro che qualsiasi cambio di Governo sarà possibile solo con l’appoggio di buona parte delle forze armate, che sono impegnate oggi attivamente nella repressione delle manifestazioni di protesta. Maduro è circondato da generali e alcuni di loro sono accusati direttamente dalla DEA (l’intelligence antidroga americana), di gestire le reti del narcotraffico che dalla Colombia arrivano negli Stati Uniti e in Europa. Ci si chiede, pertanto, fino a quando i militari saranno disposti ad appoggiare Maduro. Guaidó ha detto chiaramente che le porte sono aperte a coloro che non desiderano più appoggiare Maduro. Finora ci sono state alcune isolate defezioni, ma sono troppo poche, la base dei soldati non regge più la pressione popolare, hanno famiglie e provano la scarsezza di alimenti, la corruzione e la violenza. Ma da parte dei generali che sono più di 2000 in Venezuela, la lealtà al regime è ancora il male minore, perché permette certi privilegi impossibili per il resto della popolazione. Affinché possa avvenire un cambiamento è importante che ci sia una buona parte di generali militari che disertino.
Settimane fa, l’Alto Commissariato per i Diritti Umani (HR) dell’organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), Michelle Bachelet, aveva dichiarato che un Team di esperti si sarebbe recato in Venezuela . Infatti è stato proprio così. Il lavoro degli esperti è iniziato l’11 Marzo in mezzo al blackout che ha destabilizzato la vita dell’intero Paese. L’obiettivo è stato quello di preparare un rapporto per quanto riguarda le condizioni esistenti e di verificare se è reale o no lo Stato di crisi umanitaria relative alla salute, al cibo, alla libertà di espressione, ai disordini sociali, alla violazione dei diritti dei lavoratori e dei diritti umani. L’alto commissariato ha denunciato la violazione sistematica dei diritti umani e la crisi sanitaria che colpisce la popolazione [5]. Il blackout che si è verificato è stato il più grande della storia Venezuelana almeno 6 giorni senza acqua, luce e servizi. I cittadini Venezuelani hanno dovuto assistere al putrefarsi della scorta alimentare, considerando che la temperatura media è di 26°, la maggior parte dei negozi è rimasta chiusa. Ci sono anche zone del Venezuela che sono rimaste 110 ore senza luce; c’è una crisi umanitaria che da anni perdura in Venezuela e che il Governo cerca di nascondere con i propri comunicati stampa. Buona parte della popolazione di Caracas, a causa della crisi del sistema sociale, raccoglie acqua da bere persino nel fiume del Guaira, un fiume dove riversano le fogne di 7 milioni di abitanti o dall’acqua che scende dalle montagne. Il Venezuela si trova da anni a essere senza generi alimentari, medicine etc. Tutto ciò porterà inevitabilmente in futuro, se non si trova una soluzione umanitaria, a importanti epidemie e a una crisi civile. Questa crisi del Blackout ha indotto al saccheggio di molti servizi commerciali. L’80% del Paese è rimasto privo di corrente elettrica, causando diversi disagi all’aeroporto internazionale [6].
Nicolas Maduro ha imputato a Washington la responsabilità, affermando di aver le “prove” di un attacco cibernetico. Quale sarà la sorte della popolazione di questo Paese, considerando che essa stessa è la vera ricchezza per la trasmissione identitaria per le generazioni future? Il Presidente Guaidò ritiene che l’opzione militare esterna debba essere l’ultima, e auspica un colpo di Stato da parte dei suoi militari.
Isabella Imbrunnone
Edward Richard Junior Bosco
[1] https://www.tpi.it/2017/08/05/insediamento-assemblea-costituente/
[2] https://www.repubblica.it/esteri/2017/03/30/news/venezuela_maduro-161785295/