Il 19 settembre ultimo il Parlamento Europeo, come noto, ha approvato la tanto discussa Risoluzione dal titolo “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, che di fatto attua una sostanziale equiparazione tra il nazifascismo ed il comunismo.
La Risoluzione, approvata anche dagli europarlamentari italiani aderenti al gruppo dei popolari ed al gruppo dei socialisti (in quest’ultimo vi sono i deputati del Partito Democratico) poggia su una premessa storica: il patto di non belligeranza tra la Germania nazista e l’Unione Sovietica comunista – noto storicamente come il Patto Molotov-Ribbentrop del 1939 – avrebbe “con i suoi protocolli segreti, dividendo l’Europa e i territori di Stati indipendenti tra i due regimi totalitari e raggruppandoli in sfere di interesse, spianato la strada allo scoppio della Seconda guerra mondiale” e che “i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni, causando, nel corso del XX secolo, perdite di vite umane e di libertà di una portata inaudita nella storia dell’umanità”.
La premessa storica richiamata dalla Risoluzione è una “cagata pazzesca”, parafrasando Fantozzi nella celebre scena cult a termine dell’ennesima visione coatta della “ corazzata Kotiomkin”.
Non è necessario, infatti, essere uno storico per osservare come nella becera Risoluzione si evinca l’assenza intenzionale di riferimenti al Patto di Concordia e Cooperazione del 15 luglio 1933 tra il Regno Unito, la Francia, la Germania e l’Italia, che ha aperto la strada al riarmo della Germania; o il sostegno militare di Hitler e Mussolini a Franco e al colpo di stato fascista che portò alla guerra civile in Spagna, il cui governo fascista sarebbe stato riconosciuto dalla Francia e dal Regno Unito nel febbraio del 1939; o la Conferenza di Monaco, che avrebbe portato all’omonimo Trattato, firmato il 30 settembre 1938 tra Germania, Francia, Italia e Regno Unito, per lo smembramento della Cecoslovacchia occupata dall’esercito nazista, con parti del suo territorio occupate da Polonia e Ungheria. O il sabotaggio dei governi francese e inglese agli sforzi per negoziare un patto di mutua assistenza tra i loro paesi e l’Unione Sovietica che avrebbe impedito la Seconda Guerra Mondiale, che ha incoraggiato quei governi ad aspettarsi un conflitto tedesco-sovietico.
La Risoluzione omette dunque di affermare la totale responsabilità delle “democrazie liberali“ del tempo, tra cui Francia, Gran Bretagna ed anche gli Stati Uniti, di avere foraggiato se non addirittura sostenuto l’ascesa dei regimi fascista e nazista in chiave puramente anticomunista.
Questo becero e mascalzone revisionismo storico, ispirato da Polonia ed Ungheria, portando sullo stesso piano il nazifascismo ed il comunismo, dimentica il decisivo contributo dell’Unione Sovietica comunista nella sconfitta di Hitler e Mussolini; mette sullo stesso piano, in maniera assolutamente inaccettabile, i partigiani della Resistenza italiana con i fascisti della Repubblica di Salò; apre la strada, ancora una volta, al tentativo, neanche troppo celato, del mondo occidentale di ergersi a detentore ed esportatore nel resto del Mondo di “democrazia” e “diritti umani”.
Se queste sono le premesse per costruire “una memoria europea” proiettata al futuro, beh, francamente mi convinco sempre più della inutilità politica ed istituzionale dell’Unione Europea, che non ha precedenti nella storia del vecchio continente, se non la parentesi del Sacro Romano Impero.
Sarò anche comunista, ma mai mai mai nazifascista!