Di pari passo con l’ingresso nel nuovo anno, avanza la crescita dell’industria cinese, in particolar modo in campo aerospaziale.
La sonda lunare cinese Chang’e-4, alle 3:26 – ora italiana di giovedì 3 gennaio – dopo circa ventisette giorni di viaggio, ha fatto il suo primo atterraggio morbido sul lato più lontano della Luna, quello che non possiamo vedere con i nostri occhi a causa della rotazione sincrona della Terra. Si è trattato di un atterraggio di così grande di successo che, secondo il parere degli esperti, ha aperto un nuovo capitolo nell’esplorazione lunare dell’umanità.
Il capo progettista della sonda Chang’e-4, Sun Zezhou, dalla China Academy of Space Technology disse:
“Un lander e un rover, unitamente ad un satellite orbiter chiamato Queqiao, hanno completato congiuntamente l’atterraggio, e ora servono per far funzionare le comunicazioni tra la Luna e la Terra”.
La missione, che non era mai stata pensata prima, ha superato almeno tre difficoltà poste in essere: la prima era posizionare il satellite Queqiao sul secondo punto lagrangiano (L2) del sistema Terra-Luna, ovvero a circa 79.000 km dalla Luna e a 40.000 km dalla Terra, dove avrebbe potuto vedere sia la Terra che il lato più “oscuro” della Luna.
In secondo luogo, continuando con la tesi di Sun Zezhou, era necessario garantire l’accuratezza e l’affidabilità del satellite a relay per la comunicazione Luna-Terra e per accedere al sistema di controllo della sonda.
Il terzo punto di difficoltà era rappresentato dall’atterraggio sicuro della sonda nell’area designata, che presenta molte caratteristiche geologiche particolari, ha spiegato Wu Weiren, il capo progettista del programma di ricerca lunare della Cina.
Per atterrare in sicurezza, infatti, la sonda ha dovuto scegliere un’area piatta sul lato più lontano della Luna dove poter fare avvenire la collisione, dunque, è così scesa verticalmente verso il cratere Von Karman nel bacino del Polo Sud-Aitken. Il suo computer, quando è caduto a un’altitudine di circa 2 km, ha identificato e valutato grandi ostacoli come rocce e crateri in modo che la sonda potesse evitarli. A 100 metri dal suolo, essa si è librata per identificare gli ostacoli più piccoli e le pendenze della superficie misurate. Da lì il suo computer ha ricalcolato e selezionato il sito più sicuro.
Al netto delle considerazioni ricavate dal parere degli esperti, ed effettuate a posteriori, sembra che non vi sarebbero stati comunque grandi rischi in relazione all’atterraggio: “Se la sonda non fosse riuscita a trovare un’area di atterraggio sicura, avrebbe continuato a regolarsi fino a quando non fosse stato trovato un punto relativamente sicuro”, ha spiegato il progettista della sonda.
La sonda è atterrata, infatti, nell’area di atterraggio preselezionata, a 177.6 gradi di longitudine Est e a 45.5 gradi di latitudine Sud, sul lato più lontano della Luna. Il sistema di controllo termico e le sue ali solari sono stati progettati per essere in linea con queste condizioni.
Il Bacino di Aitken è il più grande, il più profondo e contiene il più antico cratere conosciuto nel sistema solare: con circa 2.500 chilometri di diametro e 12 chilometri di profondità, ha al suo interno un piccolo cratere meteoritico, noto come Von Karman. L’Agenzia spaziale cinese non si è limitata a comunicare il successo dell’allunaggio, ma ha pubblicato anche la prima spettacolare immagine del cratere Von Karman dove il rover/lander Chang’e-4 si è adagiato.
Naturalmente, era stata preparata anche una zona di atterraggio alternativa. Se la sonda Chang’e-4 non fosse riuscita a toccare la superficie di Von Karman il primo giorno, sarebbe potuta atterrare nella posizione alternativa il secondo giorno.
In relazione a questa eventualità, Sun Zezhou ha spiegato che sin da subito sono state assegnate più funzioni al progetto della missione Chang’e-4, affinché quella determinata tipologia di sonda sarebbe stata in grado di svolgere anche compiti più impegnativi.
Gli scienziati, inoltre, avevano adeguato le strategie per il processo di atterraggio e definito gli obiettivi di controllo di ciascuna parte della missione di atterraggio. Ad esempio, le capacità del sensore furono migliorate per una guida e una navigazione più accurate mentre la sonda stava scendendo.
La sonda è stata creata per diventare indipendente. Mentre essa infatti lavora sulla Luna, può “dormire” durante la notte lunare e “svegliarsi” durante il giorno, per iniziare il suo lavoro sulla superficie lunare.
La missione Chang’è – 4 rappresenta un enorme contributo alla forza globale della Cina nel settore aerospaziale. È previsto che, nel futuro, il paese realizzerà una serie di missioni simili. Oltretutto, si tratta di un unicum, in quanto nessuno fino ad oggi aveva compiuto questa impresa. Probabilmente nei prossimi mesi assisteremo a delle scoperte dai notevoli successi, in quanto gli esperimenti condotti dai robot forniranno preziosissime informazioni sull’evoluzione e la geologia del corpo celeste.