La Corea del Nord, conoscere e capire uno stato
La Nord Corea, presentata come Repubblica popolare democratica di Corea, è uno stato dittatoriale retto da una dinastia totalitaria ed uno dei paesi con la più scarsa considerazione dei diritti umani. Infatti, dall’analisi dei dati forniti da Freedom house1, si nota che la Corea del Nord presenta sostanziose mancanze nell’ordinamento interno (dal punto di vista economico, sociale e giuridico) e, facendo una comparazione su scala mondiale, è possibile evidenziare che solo paesi come Eritrea e Somalia presentano situazioni nel complesso peggiori. Tuttavia tutte queste valutazioni sembrano essere troppo parziali, data l’impossibilità di accedere a gran parte delle informazioni sulla situazione interna dello stato.
Nonostante tutto questo e nonostante le sanzioni dell’Onu per i test missilistici ordinati da Kim Jong- Un, il Pil Nord Coreano cresce del 3% annuo, tale crescita però non sta migliorando la situazione economica del paese. L’economia Nord Coreana si basa principalmente sull’industria tessile e su quella mineraria. L’affermazione nel sistema economico globalizzato risulta molto difficile, soprattutto dopo gli ultimi scontri, al momento esclusivamente verbali, tra il leader coreano ed il presidente statunitense. Nonostante sia sostenuto in modo ricorrente che l’ordinamento coreano venga gestito secondo dei principi e delle ideologie di matrice comunista, ad oggi le iniziative economiche private, non gestite in prima persona dallo stato, sono l’elemento principale in diversi settori, come quello minerario o quello dei trasporti, i quali hanno permesso anche la nascita di un mercato edilizio – immobiliare. Molti sono coloro che sostengono che la Nord Corea sia un paese poverissimo e ricchissimo allo stesso tempo, la situazione in cui grava la popolazione è ormai nota, così come è nota la dittatoriale gestione da parte del leader Kim Jong- Un. Ma perché ricchissimo? Oltre ad avere un enorme potenziale militare, che sta preoccupando gran parte del pianeta, la Corea del Nord presenta moltissimi giacimenti minerari, le montagne coreane nascondono intere tonnellate di oro, argento, tungsteno, zinco, vanadio, titanio. Ricchezze sterminate che non vengono sfruttate per il bene della popolazione nord coreana. Questo mancato sfruttamento è dovuto al ritardo tecnologico, causato dal solo finanziamento delle tecnologie militari, che non fornisce al regime la capacità di estrarre questi minerali e quindi di usufruire di questa ricchezza. Un altro problema è di tipo commerciale, infatti per mano delle continue sanzioni economiche, la Nord Corea non può commerciare – legalmente – con gran parte dei paesi sviluppati.
Alcuni studiosi affermano anche il lento, ma continuo, sviluppo dell’industria dei servizi, che porterà alla crescita di una classe media in Nord Corea. È lecito allora chiedersi come mai le continue sanzioni degli organismi internazionali non abbiano messo in ginocchio l’economia nord coreana; il principale motivo è stato il comportamento della Cina, la quale non ha sempre rispettato le sanzioni, continuando ad importare petrolio e continuando ad avere rapporti commerciali, non sempre trasparenti, con la Nord Corea; segno evidente di questi rapporti commerciali sono stati i dieci miliardi di dollari spesi, alla fine del 2015, per costruire un’imponente ferrovia al confine con il territorio nord coreano, ferrovia ad oggi non utilizzata come la Cina vorrebbe. Bisogna però evidenziare che, nelle ultime settimane, il governo cinese ha cominciato ad applicare le misure approvate dall’Onu. Infatti il 28 settembre scorso il ministro del commercio cinese ha dichiarato che le imprese nordcoreane, con sede in Cina, avevano l’obbligo di chiudere entro 120 giorni. Queste sanzioni dalla parte del governo di Pechino costerebbero circa un miliardo di dollari, in termini di Pil, al governo di Pyongyang. Oltre l’appoggio della Cina, la Nord Corea ha utilizzato diversi strumenti nel corso del tempo per rispondere alle sanzioni internazionali e per evitare l’emarginazione e l’isolamento internazionale. Uno di questi è il ruolo enigmatico dei rappresentanti e diplomatici nord coreani all’estero, i quali hanno approfittato della loro situazione per aprire conti bancari e gestire traffici illeciti, questo potrebbe essere ad esempio il motivo dell’espulsione dell’ambasciatore nord coreano Kim Hyok-chol a Madrid. Un altro strumento potrebbe essere la vendita di armi a paesi come Angola, Repubblica democratica del Congo, Eritrea, Mozambico, Siria, Uganda, Tanzania e diversi altri, che naturalmente non hanno alcun interesse a rispettare le sanzioni internazionali imposte dall’Onu.
Nel settore legislativo – giurisdizionale non sono presenti i caratteri tipici di un paese moderno, tutti i poteri sono sotto il controllo del governo. Il sistema è pervaso su ogni livello dalla corruzione. Non c’è un vero sistema di tassazione egualitario, lo stato infatti spende la maggior parte dei propri introiti nel settore militare. La maggior parte dei beni primari per la sussistenza sono importati dalla Cina, così come le fonti energetiche. Il controllo da parte del regime sul sistema monetario è totale e questo comporta una totale distorsione dei prezzi. Non sono presenti istituti di credito a disposizione dei cittadini, elemento che, guardato da una prospettiva occidentale – capitalistica, rappresenta una forte impedimento alla libera attività economica- finanziaria. Come abbiamo già detto le sanzioni economiche imposte dall’Onu non hanno però mutato il comportamento economico della Nord Corea.
La situazione dei diritti umani è molto complessa. Come già detto risulta impossibile avere una descrizione accurata della situazione interna, ma attraverso alcune testimonianze possiamo farne una ricostruzione. Una testimonianza è quella di Hyeonseo Lee, scrittrice del romanzo “La ragazza dai sette nomi2”. Hyeonseo descrive la propria vita nel periodo vissuto in Nord Corea, da bambina, e nel periodo vissuto da rifugiata politica. La scrittrice descrive situazioni, che per la nostra cultura di stampo occidentale, risultano surreali. I bambini si dilettano con giochi atipici, come “uccidi l’americano”. La scrittrice afferma che per nessun abitante della Nord Corea è possibile conoscere quelle che sono le innovazioni tecnologiche, tanto comuni ai paesi sviluppati, inoltre esistono pochissimi sistemi di informazione e sono tutti gestiti dal regime. L’approvvigionamento di cibo è davvero molto scarso, quasi ai limiti della minima sussistenza. La devozione al leader è totale e continua in ogni momento della quotidianità, ogni diritto di espressione è assolutamente calpestato e non è possibile alcuna forma di opposizione. Non è possibile avere una visione concreta e reale della situazione interna allo stato, perché non è effettivamente possibile andare in Nord Corea senza l’accompagnamento e la supervisione di funzionari militari del regime. La situazione vissuta dalle donne è ancora peggiore, molte di loro rischiano di finire nel mercato nero della prostituzione, gestito dal malaffare cinese. È corretto sottolineare che quei pochi documentari registrati in Nord Corea, a noi disponibili, non descrivono la situazione reale in cui sono costretti a vivere gli abitanti, ma solo situazioni fittizie costruite ad hoc.
Alcuni Nord Coreani, come la scrittrice sopra citata, riescono a fuggire. Spesso questi migranti politici si rifugiano in Corea del Sud o in Cina. Ad esempio, i nord coreani che riescono a scappare e fuggire in Corea del Sud, vengono inseriti nel centro di Hanawon, nel quale passano i loro primi 3 mesi per imparare a vivere in un contesto più occidentalizzato e capitalista3.
La vita dei rifugiati politici, scappati dalla Nord Corea, è molto difficile, ma comunque superiore all’oppressione standardizzata offerta dal regime di Kim Jong- Un.
Oggi il problema della Nord Corea è sempre più rilevante, soprattutto dato il continuo miglioramento delle tecnologie militari, che permettono di portare avanti i test missilistici. L’escalation di un conflitto potrebbe essere davvero devastante,
soprattutto se il Presidente Statunitense Donald Trump rispetterà le minacce perpetrate nei confronti del leader coreano. Le soluzioni diplomatiche sembrano essere sempre più fallimentari, considerando anche le ultime dichiarazioni della Russia. Un conflitto armato, che dato l’interesse della Cina potrebbe rappresentare un inizio di un possibile conflitto egemonico, sembra essere sempre più probabile.
Francesco Giuseppe Mazzè
Tirocinante presso IMESI
Note:
1 https://freedomhouse.org/report/freedom-world/2017/north-korea
2 La ragazza dai sette nomi, libro di David John (romanziere.) e Hyeonseo Lee, pubblicato il 7 luglio 2015, casa editrice Mondadori.
3https://www.internazionale.it/opinione/junko-terao/2013/08/11/dove-si-rieducano-i-nordcoreani