Luciano Canfora riflette sulla storia millenaria del Mediterraneo
Luciano Canfora, Mediterraneo, una storia di conflitti. Della difficile unificazione politica del mare nostrum in età classica (e oggi?), Roma, Castelvecchi, 2016.
Una “cavalcata attraverso i millenni”: Luciano Canfora, filologo classico, professore emerito dell’Università di Bari (autore di molti saggi storici che abbracciano anche la contemporaneità), definisce così la sua riflessione storica pubblicata da Castelvecchi lo scorso anno.
Il libretto di 43 pagine, con una prefazione di Massimo Arcangeli, è un’elaborazione successiva della conferenza tenuta da Luciano Canfora in occasione del Futura Festival di Civitanova nel 2015. Canfora parte da una riflessione sulla Turchia contemporanea, potenza regionale e repubblica non più laica, che simula la lotta contro il “califfato” dell’IS mentre colpisce i curdi, vero obiettivo strategico.
L’autore spazia poi attraverso i millenni, a partire dalla guerra di Troia narrata nell’Iliade: i greci proiettarono nella mitizzata vicenda troiana lo scontro con il “barbaro” persiano; diventa evidente, scrive Canfora, “quale profonda lacerazione caratterizzi, ab origine, la realtà mediterranea”. In occasione della rivalità “inter-greca” che ha caratterizzato la guerra del Peloponneso, l’elemento persiano ha svolto però un ruolo importante. Scrive Canfora: “quindi, da una parte la narrazione, la storia sacra del mondo greco – l’eterno nemico, il barbaro da sconfiggere, il regno della schiavitù – e dall’altra l’effettiva centralità dell’interlocutore straniero negli equilibri del conflitto inter-greco”.
Queste vicende riguardarono la parte orientale del Mediterraneo ma non vi fu una separazione netta tra Oriente e Occidente, in relazione alle principali potenze. Siracusa fu una grande potenza occidentale mentre l’altra metà della Sicilia era in mano cartaginese e la presenza dei due conflitti (contro i persiani ad Oriente e contro i cartaginesi ad Occidente) non impedì a Siracusa ed Atene di entrare in una tragica guerra.
L’autore fa emergere quindi alcuni snodi fondamentali della storia del Mediterraneo: l’influenza di Alessandro Magno (e della mancata spedizione in Occidente) nella percezione dei rapporti tra Oriente e Occidente, lo scontro con Pirro, il ruolo unificante di Roma che introduce una struttura moderna nell’amministrazione dei territori conquistati, modello per i moderni imperi francese e britannico.
Si fa riferimento al regno di Palmira (“prima grande cesura del Mediterraneo”) e di conseguenza alla sconfitta della regina Zenobia, “un primo momento in cui la crisi viene superata con la ferocia di una guerra distruttiva e con la ricomposizione dell’unità imperiale”. Con Costantino l’impero cambia natura e si cristianizza; Teodosio impone il cristianesimo come religione di Stato e lascia ai suoi eredi l’impero diviso in due partes: “a questo punto il Mediterraneo si divide da capo in due mondi che seguono due strade e due storie diverse”.
Avvenimento storico decisivo per l’area mediterranea è poi l’espansione dell’Islam che divide ulteriormente il Mediterraneo in due parti: con la nuova realtà del Mediterraneo meridionale dovettero fare i conti sia l’impero bizantino che i regni occidentali. Quella dell’area mediterranea è quindi una storia colma di cesure e contraddizioni (come la quarta Crociata contro Costantinopoli), e sarà “la nascita degli imperi coloniali moderni a tentare la riunificazione del Mediterraneo, attraverso una riproposizione tardiva della realtà imperiale romana”.
Il 1918 è stata una data epocale per il collasso “contemporaneamente o quasi” di quattro imperi (ottomano, austro-ungarico, tedesco e russo) ed opportunamente Canfora considera questa data come “l’inizio della storia nella quale noi ancora viviamo”. Basta guardare un’odierna cartina del Medio Oriente per rendersene conto. Lo sguardo verso il Mediterraneo dei giorni nostri è inevitabilmente pessimista, teatro di conflitti e violenze “a cui oggi le potenze occidentali si propongono di trovare una soluzione dopo averne creato esse stesse le cause”.
La lucida riflessione di Luciano Canfora rappresenta dunque un utilissimo stimolo a ragionare sugli eventi del presente con una prospettiva storica. Certamente gli avvenimenti degli ultimi secoli sono quelli maggiormente determinanti per comprendere l’assetto geopolitico attuale. Si possono però comprendere a fondo gli odierni rapporti con la Russia senza avere conoscenze sulle relazioni tra mondo latino e Bisanzio?
Si può parlare di “scontro di civiltà” (magari in modo retrospettivo) senza avere cognizione della complessità della storia delle relazioni, e relative rappresentazioni, tra “Oriente” e “Occidente” nel corso dei secoli? Verrebbe da chiedersi del resto a quale “Occidente” si faccia riferimento di volta in volta. Certamente no, eppure si assiste sovente ad un utilizzo mitizzante di certi eventi storici, spesso in senso eurocentrico. Il libretto di Canfora spinge alla riflessione storico-critica, partendo – come è inevitabile che sia – da considerazioni sul mondo in cui ci troviamo a vivere oggi.