Cooperazione o Strategia: Unione Europea, NATO e terrorismo


Cooperazione o Strategia: Unione Europea, NATO e terrorismo

A quasi un anno dalla pubblicazione della Strategia Globale dell’Unione europea (UE), e ad un mese dal Summit europeo a Bruxelles, si continua a parlare dell’efficacia e dell’efficienza per contrastare le minacce ibride. Ma prima di contrastare la minaccia l’UE deve valutare le proprie capacità in termini di sicurezza e difesa, sottolineando l’intensa cooperazione che ha messo in atto con la NATO. Proprio quest’ultima ormai tende a concentrarsi sempre di più su una delle minacce che ormai hanno un effetto diretto sui paesi dell’Alleanza: il terrorismo islamico. L’approccio teorico, di carattere evolutivo, spiega come l’UE e la NATO abbiano messo in atto un programma di revisione interno al fine di adattarsi alle nuove minacce ibride, e allo stesso tempo come le due organizzazioni siano arrivate a cooperare e come dovrebbero collaborare per farvi fronte. In secondo luogo, in quest’articolo, saranno analizzate le misure messe in atto dall’UE e dalla NATO e la loro percezione della minaccia terroristica (a partire dalla creazione dello Stato islamico). Infine, alla luce della riunione del Consiglio degli affari esteri dell’UE e della riunione del 25 maggio dei capi di stato alla NATO, sarà dimostrato se una strategia cooperativa esiste e quali sono i pro e i contro derivanti da questa.

La mutua strategia cooperativa

Secondo la pubblicazione dell’Istituto Egmont “Strategic autonomy and EU-NATO Cooperation: squaring the circle” del Prof. Dr. Jolyon Howorth, dell’Università di Yale e Senior Fellow presso l’Università Libera di Berlino, dopo la pubblicazione della nuova Strategia Globale, si nota un incremento delle intenzioni dell’UE al fine di migliorare le proprie capacità di sicurezza e difesa. Supportata dall’appoggio degli Stati Uniti (che vedrebbero una riduzione dei loro impegni politico-militari), l’UE sta lentamente aspirando ad una nuova autonomia strategica. Tuttavia, ciò che si vuole evitare è la creazione di un doppione dell’Alleanza Atlantica, dal momento che ancora fino ad oggi il legame tra le due organizzazioni è molto forte grazie alle cooperazioni al livello politico, d’intelligence, di condivisione e scambio delle informazioni, e di cybersecurity.

Nel 2013, in seguito al Consiglio europeo sulla PSDC (Politica di sicurezza e difesa comune), la cooperazione con l’Alleanza è stata rinforzata, sottolineando l’indispensabilità della collaborazione per il supporto reciproco. Ma da quella data, l’UE ha voluto ulteriormente sviluppare le proprie capacità militari, mantenendo un’identità fondata sul potere economico e politico. Infatti, secondo la nuova Strategia Globale, le due organizzazioni devono continuare a mantenere la diversità legata alla natura della loro creazione. Tuttavia, stando ai risultati del Vertice NATO a Varsavia nel luglio 2016, l’Alleanza Atlantica continua a professarsi come attore “protagonista” della difesa collettiva europea, quando invece, stando ai programmi della Strategia Globale, l’Unione europea dovrebbe essere in grado di contribuire in maniera più sostanziale alla sicurezza, intraprendendo missioni proprie nelle quali gli Stati Uniti non hanno alcun interesse.

Questo gioco di ruoli, è al centro delle preoccupazioni degli Stati Uniti, soprattutto dopo l’elezione del Presidente Donald Trump. Secondo Jolyon Howorth bisogna comprendere fino a che punto le ambizioni europee sono, o potranno essere, realiste ed effettive.  L’autore, all’interno della Strategia Globale, individua quattro obiettivi fondamentali: la protezione dei valori europei, il mantenimento della sicurezza ai suoi confini, la stabilità economica con i partner commerciali, ed infine supportare le operazioni di peacekeeping dell’ONU. In questo senso, sembra che l’UE abbia l’intenzione di continuare ad adattarsi mantenendo la propria identità, esattamente come la NATO, la quale sta subendo una revisione interna per riuscire a far fronte alle nuove minacce. La domanda che viene posta riguarda il futuro delle relazioni tra l’UE e la NATO, a partire dal momento che, anche se per adesso riescono a collaborare e cooperare in diversi ambiti, entrambe si evolvono e per questioni strutturali tendono a seguire due percorsi diversi.

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