La spinosa faccenda dell’accoglienza dei migranti in Europa è stata dibattuta su più fronti e in più tavoli negli ultimi mesi. Partendo dal solito presupposto che oggi l’Europa appare spaccata su questa tematica e lo testimonia, ormai da anni, il fatto che esistono paesi europei che per cultura accolgono da sempre, Italia in testa, e altri paesi europei, invece, che negano, ben volentieri, l’ingresso ai richiedenti asilo, come l’Ungheria che di fatto ha varato una legge per il fermo preventivo dei richiedenti protezione umanitaria, fin quando le Istituzioni preposte al controllo possano effettivamente confermare lo status richiesto, e l’Austria che, attraverso il Ministro degli Esteri Sebastian Kurz, ha confermato di volersi tirare indietro dalla redistribuzione delle quote europee sui migranti.
Un’Europa che all’indomani dei 60 anni sui Trattati ha confermato ancora una volta di camminare con idee diverse e che di certo non agevola l’integrazione.In un periodo storico difficile, in cui il fenomeno migratorio viene associato, erroneamente, alla paura del terrorismo, dove i confini diventano muri o barriere spinose insormontabili, dove il diritto di cercare una nuova vita lontano da lotte intestine, corruzione, povertà e sfruttamento viene palesemente negato, è proprio qui che bisogna dare una spinta maggiore al sistema solidaristico europeo.
Allora, se l’Europa, come capita ormai da diversi anni ad oggi, non parla più con un’unica voce, sono i sistemi nazionali a voler e a dover prendere le iniziative in questo settore. Ecco che qui si inserisce l’approvazione, in data 29 Marzo 2017, della norma italiana volta a proteggere i minori stranieri non accompagnati (MSNA). Un testo che ha avuto una maggioranza larga, con 375 voti a favore, 13 quelli contrari (Lega Nord) e 41 gli astenuti. Ma effettivamente chi va a tutelare questa norma? Il fenomeno migratorio, come da statistiche, sta crescendo in maniera esponenziale di anno in anno e coinvolge in larga scala la parte più fragile e vulnerabile della società: i minori.
Andando ad analizzare i numeri dal 2016, i MSNA presenti in Italia al 31 agosto 2016 sono 13.862, circa più della metà rispetto alle presenze registrate nell’Agosto 2015 e il 19% in più rispetto al 30 Aprile 2016. In totale nel 2016 sono sbarcati in Italia circa 25.000 minori non accompagnati, provenienti la maggior parte via mare da Eritrea (15.4%), Gambia (12.9%) e Nigeria (12.1%). Se nel 2014 i minori accompagnati erano 13.000 nel 2016 assistiamo ad una drastica diminuzione, infatti sono solamente 2.400 i minori sbarcati insieme ad almeno un proprio familiare.
Nel 2016 l’età più rappresentata si conferma quella dei 17enni che costituiscono il 53,6% dei MSNA, invece i 16 e i 15 anni si attesta rispettivamente al 28,1% e 10,3%. Tra i MSNA la componente maschile si conferma quella prevalente, pari al 94,3%, mentre la presenza femminile, in aumento rispetto Aprile 2016 si attesta al 5,7%. Rispetto all’Italia e alle Regioni che accolgono maggiormente, in base anche alla disponibilità dei propri Centri di Accoglienza, la Sicilia si conferma come la Regione che accoglie il numero più alto di MSNA, circa 6.000 (38.6%) seguita da Emilia-Romagna, Calabria e Lombardia.
Da considerare, purtroppo, è il dato dei MSNA irreperibili, di cui si sono perse le tracce. I minori, come detto, essendo la parte più vulnerabile della società, facilmente vengono adescati dalle bande criminali, nella maggior parte dei casi dai propri connazionali, attirati da promesse mai mantenute (facilitazioni nel ricevere documenti e privilegi) e compensi economici illusori con i quali vengono “imprigionati” all’interno di circuiti devianti, dove difficilmente si può venir fuori, se non attraverso percorsi rieducativi mirati e spesso dolorosi.
I MSNA irreperibili, vengono portati in case, spesso fatiscenti in luoghi isolati e ricattati nel caso in cui tentano di evadere. Oggi è definita la nuova schiavitù. I minori irreperibili per la maggior parte sono di nazionalità egiziana, circa il 22,4%, seguiti da Eritrei, Somali ed Afghani. La norma approvata ieri mira anche a prevenire fenomeni di questo tipo.
I numeri appena citati, definiscono in generale una situazione abbastanza delicata e necessariamente bisogna invertire il trend. Il sostegno giornaliero delle Ong umanitarie cosi come le Organizzazioni dedite ai minori, Save The Children, Unicef, OIM, CRI aiutano i governi nazionali, cooperando con questi, nel recupero dei minori irreperibili e al sostegno dei MSNA presso i Centri di Accoglienza, iniziando il grande lavoro umanitario già a bordo delle navi militari predisposte al search and rescue nel mar Mediterraneo.
Una risposta positiva volta a cambiare il tragico trend, a sostegno del grande flusso dei MSNA, è arrivata da Roma. Ma cosa cambia effettivamente con questa nuova norma? L’obiettivo è parificare il minore straniero non accompagnato ad un minore europeo, quindi uniformare a livello nazionale le modalità per l’accertamento dell’età. Il provvedimento che verrà emanato una volta confermata l’età sarà notificato direttamente al minore cosi come al tutor del minore, permettendo la possibilità di ricorso.
Durante l’iter di identificazione, che spesso rischia di cadere in tortuosi percorsi, viene garantita una maggiore presenza di mediatori culturali e psicologi affinché sia data una maggiore assistenza al minore. Viene stabilito che le indagini familiari sono svolte da autorità competenti nel solo e unico interesse verso il minore, e gli esiti comunicati sia al minore che al tutor tramite canali appositi. Cambiano le politiche del rimpatrio assistito: Non più di competenza del DG dell’immigrazione e delle politiche sociali bensì a carico del Tribunale per i minorenni.
Inoltre la norma regola la gestione dei sistemi di accoglienza tra CPA (Centri di Prima Accoglienza) dove i minori possono risiedere non più di 30 giorni, e gli SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) che vengono estesi ora anche ai minori stranieri non accompagnati. La documentazione e la burocrazia per i minori viene semplificata. Si farà riferimento al soli permessi di soggiorno per minore età e per motivi familiari, nel caso in cui il MSNA sia sottoposto a tutela o sia in affido. Cosi, il MSNA potrà richiedere alla Questura il permesso di soggiorno anche in assenza della nomina del tutore.
A tal proposito, ogni Tribunale per minorenni dovrà stilare una sorta di elenco per individuare i “tutori volontari” formati adeguatamente affinché ogni minore non rimanga sprovvisto della figura di riferimento. Se per garantire una maggiore integrazione del MSNA nel nostro sistema nazionale, bisogna snellire l’apparato burocratico, in questa direzione la nuova norma proietterà le basi affinché istruzione e salute siano maggiormente accessibili, cosi come lo sono per i minori europei, ancor prima della nomina del tutore e attivare specifiche convenzioni per l’apprendistato.
Aumentare le garanzie umanitarie ai MSNA è lo scopo di questa norma, ma certamente senza l’appoggio dell’Europa intera e delle principali organizzazioni umanitarie, rimarrà carta scritta per pochi. E’ giunto il momento di garantire i diritti ai futuri cittadini europei. L’Italia, solo lei, sembra averlo capito.
Davide Daidone
Ricercatore IMESI e Mediatore Culturale e Linguistico per MSNA
Note:
Fondazione ISMU, Comunicato stampa “Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato”. 13/01/2017, Milano.
http://www.internazionale.it/notizie/2017/03/29/legge-minori-stranieri-non-accompagnati
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. DG Immigrazione e delle Politiche di Integrazione – Div II. – “I MSNA in Italia”.
http://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/immigrazione/focus-on/minori-stranieri/Documents/Report-MSNA-31012017.pdf