Il punto sulla guerra in Yemen


Il punto sulla guerra in Yemen

Secondo i bilanci delle forze militari in campo in seguito agli scontri di questa notte, le vittime dovrebbero essere 51. I combattimenti attualmente si stanno svolgendo nella zona nordovest del paese, vicino al confine con l’Arabia Saudita, dove gli uomini fedeli al presidente Abd Rabbo Mansur Hadi hanno lanciato un attacco per riconquistare la città costiera di Midi e la vicina Harad.

La guerra civile in Yemen, iniziata più di un anno e mezzo fa, vede le forze fedeli al presidente Hadi, eletto in seguito alla primavera araba e sostenuto dai paesi del golfo (Arabia Saudita su tutti) Egitto ed Usa, contrapporsi all’alleanza formata dall’ex presidente Saleh e dai ribelli Houti (una minoranza sciita, detta zaydita, che in Yemen rappresenta il 35% della popolazione), una coalizione questa abbastanza curiosa, visto che il gruppo degli Houti è stato spesso vessato sotto la presidenza Saleh, e da molti definita (probabilmente a ragione) di convenienza dati i comuni interessi delle due parti in questo contesto.

L’assunto è complicato ancora di più dalla forte presenza di al-Qaida nella Penisola Arabica (AQAP), che controlla alcuni territori nel sud del paese. AQAP è considerata oggi la divisione più potente di tutta al-Qaida. AQAP si oppone tutti: al presidente Hadi, che negli ultimi anni ha collaborato con gli Stati Uniti negli attacchi coi droni; ai ribelli Houthi, che sono sciiti e potrebbero volere estendere il loro potere nel sud-est dello Yemen.

Ad oggi la maggior parte delle 5000 vittime civili causate dal conflitto sono imputabili ai raid portati avanti dall’Arabia Saudita, a cui ricordiamo è stato appena assegnato per il secondo anno consecutivo un seggio all’interno del comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite. I sauditi rivendicano la legittimità del loro intervento in base al presunto appoggio dell’Iran ai ribelli Houti (pur non essendo ancora chiaro se l’Iran abbia fornito armi o qualunque tipo di sostegno concreto alle forze ribelli).

Lo Yemen è ormai da considerarsi uno stato fallito, a tal proposito il conflitto è fondamentale all’interno di un quadro che vede l’Arabia Saudita impegnata nel suo massimo sforzo per conservare l’egemonia regionale sul Golfo persico, contrastando in tutti i modi l’ascesa del suo rivale più accreditato a rilevarla, l’Iran per l’appunto.

Importante per il proseguire del conflitto sarà invece vedere come effettivamente cambieranno le priorità della politica estera degli Usa nel Golfo e come Trump vorrà giocarsi il proprio ruolo all’interno della regione, visto che da lunghissimo periodo l’asse Riyad-Washington è stato determinante nel definire gli equilibri dell’area.

saudi-decisivestorm-infographic

Simone Cacioppo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *