– EDIZIONE STRAORDINARIA –
Nord Corea: un test che rompe gli equilibri internazionali. E l’Unione Europea?
Un
secondo dopo le 2 (ora italiana) di mercoledì i sismografi in Corea del sud,
Giappone e Stati Uniti hanno registrato un terremoto di 5,1 gradi della scala
Richter in Corea del nord, a circa 50 km a nord di Kilju, non lontano dal
confine con la Cina. Onde sismiche causate da un test nucleare voluto dal dittatore nord coreano. Il test non ha fatto soltanto tremare la terra, ma ha
anche creato tensione nello scenario dei vari equilibri internazionali. I più
preoccupati sono i Paesi vicini, dalla Corea del Sud al Giappone, ma anche
gli Stati Uniti, l’Unione europea, la Russia hanno parlato di “minaccia
per la sicurezza globale”. Della situazione il presidente degli Stati Uniti
Barack Obama intende parlarne con i leader di Corea del Sud e Giappone, e Susan
Rice ha già stabilito contatti con la Cina a riguardo. Sul fronte
internazionale è significativa la reazione di Cina e Russia. La prima,
principale alleato di Pyongyang, ha pubblicamente manifestato la propria
“ferma contrarietà” al test nucleare, condotto “in disprezzo
dell’opposizione della comunità internazionale”, invitando la Corea a tener
fede all’impegno della denuclearizzazione enunciato da accordi e vertici, e ad astenersi
da ogni azione che aggraverebbe la situazione. La Russia si trova “paradossalmente”
sulla stessa scia della NATO: violazione della legge internazionale e delle
risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il governo infatti ha fatto
sapere che il Presidente Vladimir Putin vuole approfondire la questione, avere
un quadro completo, e allo stesso tempo esorta a non prendere posizioni o
misure affrettante che possano complicare la già complicata situazione di
tensione[1].
Dura condanna anche dalla Gran Bretagna e dalla Francia. La Germania aveva
annunciato che avrebbe convocato l’ambasciatore della Corea del Nord. Poche ore
dopo l’Alto Rappresentante Federica Mogherini si è pronunciata sull’accaduto
riassumendo la posizione dell’Unione Europea. L’azione rappresenterebbe una
grave violazione degli obblighi internazionali di non produrre o testare armi
nucleari sui quali la Corea del Nord aveva deciso di aderire. Inoltre il test
rappresenta una minaccia per la pace e la sicurezza di tutto il nord-est
asiatico Regione. L’Alto rappresentante inoltre ha voluto agire su due fronti.
Da un lato, ha voluto stabilire dei contatti con il Ministro degli esteri della
Corea del Sud Yun Byung, e con il Ministro degli Esteri del Giappone Fumio
Kishida per pianificare la via da seguire al livello regionale. Dall’altro, ha
collaborato con il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunitosi in una
sessione urgente per risolvere questo problema. Se i risultati del colloquio
con i Ministri degli esteri non sono ancora ufficiali, sono invece ben note le
posizioni del Consiglio di Sicurezza. Come annunciato dal New York Time[2] il
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato la Corea del Nord per
il suo test nucleare, tuttavia la Cina non è sembrata disposta ad impiegare una
linea dura contro lo storico alleato. Le dichiarazioni della Cina infatti sono
emerse al livello nazionale, senza assumere una posizione di ferma condanna. La
sessione a porte chiuse di due ore del Consiglio di sicurezza si è conclusa con
l’impegno di “cominciare a lavorare immediatamente” su una
risoluzione contenente ulteriori misure per frenare Kim Jong-un. Queste ultime
non sono ancora chiare anche se degli esperti ipotizzano che le più ovvie
sarebbero un divieto di carico e scarico delle navi nordcoreane in tutto il
mondo, o sulle transazioni finanziarie con la nazione[3].
secondo dopo le 2 (ora italiana) di mercoledì i sismografi in Corea del sud,
Giappone e Stati Uniti hanno registrato un terremoto di 5,1 gradi della scala
Richter in Corea del nord, a circa 50 km a nord di Kilju, non lontano dal
confine con la Cina. Onde sismiche causate da un test nucleare voluto dal dittatore nord coreano. Il test non ha fatto soltanto tremare la terra, ma ha
anche creato tensione nello scenario dei vari equilibri internazionali. I più
preoccupati sono i Paesi vicini, dalla Corea del Sud al Giappone, ma anche
gli Stati Uniti, l’Unione europea, la Russia hanno parlato di “minaccia
per la sicurezza globale”. Della situazione il presidente degli Stati Uniti
Barack Obama intende parlarne con i leader di Corea del Sud e Giappone, e Susan
Rice ha già stabilito contatti con la Cina a riguardo. Sul fronte
internazionale è significativa la reazione di Cina e Russia. La prima,
principale alleato di Pyongyang, ha pubblicamente manifestato la propria
“ferma contrarietà” al test nucleare, condotto “in disprezzo
dell’opposizione della comunità internazionale”, invitando la Corea a tener
fede all’impegno della denuclearizzazione enunciato da accordi e vertici, e ad astenersi
da ogni azione che aggraverebbe la situazione. La Russia si trova “paradossalmente”
sulla stessa scia della NATO: violazione della legge internazionale e delle
risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il governo infatti ha fatto
sapere che il Presidente Vladimir Putin vuole approfondire la questione, avere
un quadro completo, e allo stesso tempo esorta a non prendere posizioni o
misure affrettante che possano complicare la già complicata situazione di
tensione[1].
Dura condanna anche dalla Gran Bretagna e dalla Francia. La Germania aveva
annunciato che avrebbe convocato l’ambasciatore della Corea del Nord. Poche ore
dopo l’Alto Rappresentante Federica Mogherini si è pronunciata sull’accaduto
riassumendo la posizione dell’Unione Europea. L’azione rappresenterebbe una
grave violazione degli obblighi internazionali di non produrre o testare armi
nucleari sui quali la Corea del Nord aveva deciso di aderire. Inoltre il test
rappresenta una minaccia per la pace e la sicurezza di tutto il nord-est
asiatico Regione. L’Alto rappresentante inoltre ha voluto agire su due fronti.
Da un lato, ha voluto stabilire dei contatti con il Ministro degli esteri della
Corea del Sud Yun Byung, e con il Ministro degli Esteri del Giappone Fumio
Kishida per pianificare la via da seguire al livello regionale. Dall’altro, ha
collaborato con il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunitosi in una
sessione urgente per risolvere questo problema. Se i risultati del colloquio
con i Ministri degli esteri non sono ancora ufficiali, sono invece ben note le
posizioni del Consiglio di Sicurezza. Come annunciato dal New York Time[2] il
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato la Corea del Nord per
il suo test nucleare, tuttavia la Cina non è sembrata disposta ad impiegare una
linea dura contro lo storico alleato. Le dichiarazioni della Cina infatti sono
emerse al livello nazionale, senza assumere una posizione di ferma condanna. La
sessione a porte chiuse di due ore del Consiglio di sicurezza si è conclusa con
l’impegno di “cominciare a lavorare immediatamente” su una
risoluzione contenente ulteriori misure per frenare Kim Jong-un. Queste ultime
non sono ancora chiare anche se degli esperti ipotizzano che le più ovvie
sarebbero un divieto di carico e scarico delle navi nordcoreane in tutto il
mondo, o sulle transazioni finanziarie con la nazione[3].
L’Unione
europea, ancora una volta grazie alle dichiarazioni di Federica Mogherini, ha
manifestato l’importanza del ruolo giocato per giungere ad una conclusione
all’interno del Consiglio di Sicurezza: Un
inizio di anno difficile, con la tensione che continua a crescere tra Arabia
Saudita e Iran, a seguito dell’esecuzione, tra molti altri, di Nimr al-Nimr.
Una spirale pericolosissima in una regione già attraversata da troppi conflitti
e crisi, che possono trovare una soluzione solo con uno sforzo di cooperazione
tra attori regionali divisi da tutto, ma chiamati a far prevalere la sicurezza
e la stabilità collettiva (quindi anche propria) sulle singole prospettive
nazionali. Difficile, lo so bene. Ma le cose facili non sono di questi tempi, e
spesso offrono solo scorciatoie illusorie. Lo abbiamo visto troppe volte. Oggi
troppi e troppo importanti sono gli scenari per i quali un ulteriore acuirsi
delle tensioni tra Arabia Saudita e Iran sarebbe estremamente negativo: dal
Libano all’Iraq, dallo Yemen alla Siria. E, ben oltre la regione, lo scontro
potrebbe estendersi alle comunità musulmane ovunque nel mondo. Un invito alla
calma e alla razionalità è quello che insieme ad altri abbiamo cercato di far
arrivare in questi giorni, e ancora in queste ore, ai principali attori della
regione[4].
europea, ancora una volta grazie alle dichiarazioni di Federica Mogherini, ha
manifestato l’importanza del ruolo giocato per giungere ad una conclusione
all’interno del Consiglio di Sicurezza: Un
inizio di anno difficile, con la tensione che continua a crescere tra Arabia
Saudita e Iran, a seguito dell’esecuzione, tra molti altri, di Nimr al-Nimr.
Una spirale pericolosissima in una regione già attraversata da troppi conflitti
e crisi, che possono trovare una soluzione solo con uno sforzo di cooperazione
tra attori regionali divisi da tutto, ma chiamati a far prevalere la sicurezza
e la stabilità collettiva (quindi anche propria) sulle singole prospettive
nazionali. Difficile, lo so bene. Ma le cose facili non sono di questi tempi, e
spesso offrono solo scorciatoie illusorie. Lo abbiamo visto troppe volte. Oggi
troppi e troppo importanti sono gli scenari per i quali un ulteriore acuirsi
delle tensioni tra Arabia Saudita e Iran sarebbe estremamente negativo: dal
Libano all’Iraq, dallo Yemen alla Siria. E, ben oltre la regione, lo scontro
potrebbe estendersi alle comunità musulmane ovunque nel mondo. Un invito alla
calma e alla razionalità è quello che insieme ad altri abbiamo cercato di far
arrivare in questi giorni, e ancora in queste ore, ai principali attori della
regione[4].
In
effetti, mentre in queste ore gli Stati Uniti hanno fatto partire un aereo di
ricognizione per valutare l’importanza delle conseguenze del test, e John Kerry
(Segretario di Stato degli Stati Uniti) condanna la Cina per la poca coerenza,
si si chiede quali giochi di potere si celino dietro gli attuali schemi
geopolitici, e perché se Washington ha sin da subito avuto dubbi sulle
proprietà del test definendolo come un “avvertimento”, ha poi mobilitato mezzi
militari per “accertarsi” delle conseguenza[5].
Ci si chiede il perché del doppio gioco della Cina, e come mai se da un lato vi
è un invito al mantenimento degli impegni antinucleari, dall’altro all’interno
del Consiglio di Sicurezza nessuna posizione favorevole alle sanzioni è stata
enunciata. Ci si chiede perché c’è una coincidenza di intenti tra NATO e Putin
per la questione dei test. In effetti tutto questo è da chiarire, o forse più
che chiarimenti vedremo “fatti” dai quali potremo tardivamente comprendere
quali intrighi si nascondono dietro ogni posizione. E l’Europa vista come
unione? Telefona!
Maria Elena Argano
effetti, mentre in queste ore gli Stati Uniti hanno fatto partire un aereo di
ricognizione per valutare l’importanza delle conseguenze del test, e John Kerry
(Segretario di Stato degli Stati Uniti) condanna la Cina per la poca coerenza,
si si chiede quali giochi di potere si celino dietro gli attuali schemi
geopolitici, e perché se Washington ha sin da subito avuto dubbi sulle
proprietà del test definendolo come un “avvertimento”, ha poi mobilitato mezzi
militari per “accertarsi” delle conseguenza[5].
Ci si chiede il perché del doppio gioco della Cina, e come mai se da un lato vi
è un invito al mantenimento degli impegni antinucleari, dall’altro all’interno
del Consiglio di Sicurezza nessuna posizione favorevole alle sanzioni è stata
enunciata. Ci si chiede perché c’è una coincidenza di intenti tra NATO e Putin
per la questione dei test. In effetti tutto questo è da chiarire, o forse più
che chiarimenti vedremo “fatti” dai quali potremo tardivamente comprendere
quali intrighi si nascondono dietro ogni posizione. E l’Europa vista come
unione? Telefona!
Maria Elena Argano
[4] http://eeas.europa.eu/statements-eeas/2016/160106_01_en.htm
[5]http://www.repubblica.it/esteri/2016/01/07/foto/nord_corea_ecco_l_aereo_spia_americano_che_verifichera_test_nucleare-130754833/1/#1