Giustizia negata: il caso Cucchi


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GIUSTIZIA NEGATA
Foto da fanpage.it

«Il giudice penale deve accertare se vi sono prove sufficienti di
responsabilità individuali e in caso contrario deve assolvere. È quello che i
miei giudici hanno fatto anche questa volta, questo è il compito del giudice –
afferma il presidente della Corte d’Appello di Roma – per evitare di aggiungere
orrore ad obbrobrio e far seguire ad una morte ingiusta la condanna di persone
di cui non si ritiene provata la responsabilità».

La
sentenza di primo grado aveva ritenuto responsabili per omicidio colposo
soltanto i medici, assolvendo gli altri imputati: i tre infermieri e i tre
agenti della penitenziaria. Ma Stefano era arrivato in ospedale con lesioni
alle vertebre e al coccige.

La
Corte di Appello di Roma addirittura li assolve. Li assolve per insufficienza
di prove. Il seconda comma dell’art 530 del Codice penale lo prevede. Tutti assolti, anche i
medici. Questa è la sentenza. La
vicenda di Stefano Cucchi fa riflettere ancora una volta sul rapporto fra
giustizia e diritto. La Giustizia
non è un concetto astratto. Si applica tramite norme e sentenze e in uno stato
di diritto il suo esercizio è affidato alle istituzioni. Quando però è incapace
di dare risposte produce un bisogno di giustizia inattesa, che si diffonde come
una macchia e ti tocca. Ti tocca anche se non sei tu la sorella di Stefano,
anche se non è tuo figlio ad essere stato percosso in carcere, anche se non sei
tu quello direttamente interessato; la tragedia sta accadendo in un’altra casa,
non nella tua. Però ti senti coinvolto. Ti senti meno sicuro. Quell’ingiustizia
riguarda anche te, riguarda il tuo status di membro di una comunità di cui
condividi diritti e doveri e dove godi di tutela giuridica, quella tutela che ti
permette di sentirti sicuro e di vivere pienamente la tua vita.

Perché
la Giustizia di uno è una garanzia per tutti e l’Ingiustizia di uno, in uno
stato di diritto, è una sconfitta sociale. Resta drammatica la domanda: chi ha ucciso Stefano?
Angiolina Ferraiolo

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